Categorie: Politica scolastica

Riforma Madia conferma indirettamente la chiamata diretta

Il decreto di modifica del testo unico sul pubblico impiego non è ancora nota nella sua forma definitiva ma è possiamo già fornire qualche anticipazione importante per quanto attiene alcuni problemi sui quali il mondo della scuola attende delle risposte.

Prima fra tutte la cosiddetta chiamata diretta dei docenti.
Intanto partiamo dal testo che sta attualmente circolando, accreditato anche dal quotidiano “Il Sole 24 ore”:  “Eventuali disposizioni di legge, regolamento o statuto, che introducano o che abbiano introdotto discipline dei rapporti di lavoro la cui applicabilita’ sia limitata ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche, o a categorie di essi, possono essere derogate nelle materie affidate alla contrattazione collettiva ai sensi dell’articolo 40, comma 1, nel rispetto dei principi stabiliti dal presente decreto da successivi contratti o accordi collettivi nazionali e, per la parte derogata, non sono ulteriormente applicabili “.
Rispetto al testo attualmente in vigore risalente alla “riforma Brunetta” è stato eliminato l’inciso finale: “solo qualora cio’ sia espressamente previsto dalla legge”. 
In altre parole: per modificare una norma per via contrattuale non è più indispensabile che la legge lo preveda esplicitamente come stabilito dalla riforma Brunetta. 
Il fatto è che nell’introdurre le disposizioni sulla chiamata diretta, la legge 107 ha esplicitato che si tratta di disposizioni non derogabili per via contrattuale e quindi la nuova formulazione del testo unico non incide affatto sulla questione. 
C’è poi da aggiungere un altro aspetto: la nuova norma chiarisce che si possono fare deroghe solo “nelle materie affidate alla contrattazione collettiva ai sensi dell’articolo 40, comma 1″; ed è molto dubbio che sulla base dell’art. 40, che a sua volta richiama la legge 421 del 1992 che introdusse la cosiddetta “privatizzazione del rapporto di pubblico impiego” si possa sostenere che l’assegnazione dei docenti alle scuole possa essere oggetto di contrattazione sindacale. Anche perchè la legge esclude in ogni caso che le materie che riguardano le prerogative dirigenziali possano essere sottoposte a contrattazione. Tutt’al più potrà esserci l’informativa sindacale, preventiva o successiva a seconda dei casi.
In conclusione: le modifiche al testo unico sul pubblico impiego non dovrebbero incidere più di tanto sull’impianto della chiamata diretta. Ma vedremo nei prossimi giorni quale piega prenderà la trattativa in corso.

 

Reginaldo Palermo

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