La riforma e le scelte del Governo sulla scuola non piacciono a molti studenti. Ma neanche alle opposizioni, sia di destra che di sinistra.
“Se ieri fossi stata tra gli studenti scesi nelle piazze per manifestare, la prima richiesta al governo sarebbe stata quella di poter avere in classe gli insegnanti”, ha detto Elena Centemero responsabile scuola e università di Forza Italia. Che rivendica “soprattutto insegnanti preparati e capaci”.
Secondo la deputata, “la continuità didattica con il piano di mobilità straordinaria e con le immissioni in ruolo di massa è del tutto saltata. La Buona scuola si è rivelata un provvedimento varato con troppa fretta e che oggi sta mostrando tutti i suoi limiti e sta danneggiando gli studenti”.
Dello stesso tenore, i commenti dei parlamentari M5S delle Commissioni Cultura di Camera e Senato: “gli studenti di tutta Italia – dicono – sono scesi in piazza per dire l’ennesimo no a una riforma che sta smantellando la scuola pubblica, un fallimento bocciato dal Paese reale – insegnanti, ragazzi e famiglie – e che soddisfa solo Renzi e Giannini”.
“Gli studenti – spiegano – giustamente contestano una visione di scuola totalmente distorta, una visione aziendalistica messa nelle mani di un preside manager che può scegliersi in autonomia i docenti e dove persino l’alternanza scuola lavoro è un bluff. A questa visione di scuola, il M5S contrappone un’idea totalmente differente, che passa prima di tutto attraverso una vera valorizzazione dei docenti, un vero investimento di risorse sulla scuola pubblica e non mancette e bonus a pioggia, una scuola che sia davvero inclusiva e che non crei studenti di serie A e di serie B come invece fa la riforma Renzi-Giannini”.
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