“Questa legge non è emendabile. Questa legge è inaccettabile, nel metodo e nel merito”. Non usa mezzi termine il “Tavolo regionale per la difesa della scuola statale” – composto da associazioni e movimenti di docenti, genitori, studenti, politici e comuni cittadini di Toscana e Lazio – , per stroncare quello che rimane del disegno di legge 953, “Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche statali”, più noto come ex ddl Aprea: stiamo parlando di un progetto di legge presentato alla Camera nel 2008 e dopo una lunga pausa, dovuta alle intransigenze della Lega, trasformato da riforma del reclutamento in decreto di revisione degli organi collegiali.
Martedì 31 luglio, alle 10,30, quando il ddl arriverà alla resa dei conti in VII Commissione, visto che il passaggio in Parlamento è stato evitato, le associazioni hanno prenotato lo spazio antistante a Montecitorio per dire no alla sua approvazione attraverso un sit-in di protesta. Sostengono, infatti, che siamo di fronte al tentativo di “approvare in tutta fretta un’editio minor dell’ex Aprea”.
“E’ inaccettabile che una legge di riforma degli organi collegiali, cioè della massima espressione della partecipazione e della democrazia scolastica – sostengono nel documento preparato in vista della protesta di fine mese – venga elaborata in camera caritatis, senza il dialogo non solo con gli interlocutori e i protagonisti del mondo della scuola ma con i cittadini tutti, unici e veri ‘portatori d’interesse’. E’ inaccettabile che una legge di riforma degli organi collegiali venga discussa e approvata in commissione e non in aula, al pari delle leggi ‘prive di particolare rilevanza generale’. E’ inaccettabile che una legge di riforma degli organi collegiali consenta la presenza di soggetti privati negli organi di autogoverno della scuola statale, in particolare nell’organo deputato alla valutazione interna, con il rischio che vengano abolite definitivamente la libertà, l’indipendenza e l’unitarietà del sistema scolastico italiano, sancite dalla nostra Costituzione”.
Secondo il “Tavolo regionale per la difesa della scuola statale”, la legge 953 continua quindi “ad essere una provvedimento pericoloso e deleterio per le nostre istituzioni scolastiche perchéprevede l’autonomia statutaria delle scuole, il forte ridimensionamento degli organi collegiali, la presenza di partner privati, anche finanziatori, nel ‘Consiglio dell’autonomia’ e nell’organo interno di autovalutazione”.
Inoltre, il pool di associazioni e movimenti anti ddl 953 sostiene che in caso di approvazione andremo incontro alla “totale deregulation dell’istituzione scolastica statale, definitivamente trasformata in servizio per un’utenza da soddisfare attraverso una microgestione clientelare e locale”.
A preoccupare il Tavolo è anche il cambiamento di linea del Partito Democratico. Che dopo aver osteggiato la prima versione del disegno di legge ha da qualche tempo deciso di sostenerlo. “Approvando questo testo – si legge nel documento che verrà distribuito il 31 luglio durante il sit-in – il Pd va oltre i principi economici del neoliberismo e ci spalanca le porte del Far west dell’istruzione”. A questo punto, se il Pd dovesse risultare decisivo nell’approvazione dell’ultima versione del progetto di legge rischierà di allontanarsi ancora di più dai precari della scuola: la frattura, almeno per quanto riguarda questa frangia di rappresentanti dei precari, diventerebbe così ancora più grande.