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Riforma organi collegiali: la legge è ancora lontana

La polemica sul progetto di riforma degli organi collegiali della scuola sta ormai divampando.
Sotto accusa, in particolare, il PD che, secondo chi si oppone al disegno di legge, starebbe cedendo nei confronti del PDL per motivi di pura convenienza politico-elettorale.
Ad accusare il PD di “cedimento” ci sono non solo i movimenti di base ma anche l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro.
All’IDV ha già risposto nei giorni scorsi la responsabile scuola del PD Francesca Puglisi che ha detto senza mezzi termini: “Questo è un buon progetto di legge e prima di parlare sarebbe bene almeno leggerlo con un po’ di attenzione”.
Nelle ultime ore è intervenuto anche Umberto Guidoni a nome del SEL di Nichi Vendola che sottolinea come “una riforma importante come quella degli organi collegiali non possa essere approvata direttamente in Commissione, senza un ampio e costruttivo dibattito in Parlamento”.
“Nella sua genericità 
– aggiunge Guidoni – il testo approvato, pur eliminando alcune parti più negative del ddl Aprea (fondazioni, assunzioni dirette dei docenti, etc.), lascia aperta la strada a scelte pericolose per il futuro della scuola pubblica”.
Ma a dire il vero le preoccupazioni di SEL appaiono piuttosto fuori luogo in quanto per il momento la Commissione Cultura della Camera ha semplicemente approvato il testo di una proposta di legge, che peraltro deriva dall’esame congiunto di diverse proposte formulate dalle forze politiche presenti in Parlamento.
Secondo il regolamento della Camera la proposta dovrebbe passare in aula nelle prossime settimane e potrebbe quindi essere ancora modificata.
Solo dopo questo ulteriore passaggio potrà essere trasmessa al Senato che, a sua volta, avrà tutte le possibilità di apportare correzioni e integrazioni.
E se ci saranno modifiche al Senato il provvedimento dovrà di nuovo tornare alla Camera.
Insomma dare per scontato che il ddl 953 sia virtualmente legge dello Stato appare francamente poco realistico.
Anzi, conoscendo i tempi del lavoro parlamentare c’è da chiedersi se davvero la proposta di legge potrà essere approvata definitivamente entro la prossima primavera.

Reginaldo Palermo

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