Con l’approvazione del Cdm della riforma del pubblico impiego “abbiamo le carte in regola”, dal punto di vista normativo, per lo sblocco dei contratti.
È entusiasta la ministra della Funzione Pubblica, Marianna Madia, a seguito del sì da parte del Governo a al nuovo Testo unico del pubblico impiego e al decreto che rivedere la valutazione delle performance.
Secondo Madia, porteranno diversi effetti benefici. Tra cui assunzioni ‘extra’ per i precari, un codice dei licenziamenti, la creazione del polo unico Inps per le visite fiscali e il riordino della valutazione. Oltre che il rinnovo del contratto del pubblico impiego, scuola compresa.
“I due decreti approvati mi consentiranno di dare la direttiva all’Aran e riaprire una normale stagione contrattuale“, conferma la Madia. Sottolineando anche che “la legislazione ereditata non ci consentiva” lo sblocco.
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I decreti approvati dal Cdm, continua la responsabile della P.A., sono stati “valorizzati” rispetto alla versione iniziale, sulla base delle indicazioni arrivate “con i pareri parlamentari e l’intesa” raggiunta in Conferenza Stato-Regioni, come previsto dalla sentenza della Consulta sulla delega PA. Sentenza, tiene a precisare Madia, “che non ha bocciato la riforma”.
La ministra ha poi elencato le novità principali: “ci lasciamo alle spalle il cattivo reclutamento, si passa dalle piante organiche ai fabbisogni, superiamo i premi a pioggia pur differenziando la valutazione, rendiamo efficaci le sanzioni“.
A proposito dell’altissimo numero di impiegati mai stabilizzati, Madia ha detto che con il doppio decreto approvato oggi per la P.A. “superiamo il precariato e il cattivo reclutamento ereditato”: adesso, quindi, “abbiamo bisogno di riaprire le assunzioni nel pubblico impiego, far entrare i giovani ma non di qualunque professionalità, di quelle che servono, per far arrivare servizi ai cittadini
Ma la riforma del pubblico darà anche maggiore “efficacia alle sanzioni: vizi formali non annullano le sanzioni se un dipendete ha sbagliato“, ha concluso Madia.
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