L’addio a quota 100 e la possibile proposta di quota 102 o comunque qualsiasi altra proposta di riforma pensionistica anticipata rischia di essere un vero e proprio bluff.
Draghi e la legge Fornero
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi non ha nessuna intenzione di effettuare una legge di riforma delle pensioni che possa superare la legge Fornero e consentire, sull’idea di quota 100, garantire una maggiore flessibilità per l’uscita dal lavoro di tantissimi lavoratori, tra cui anche i lavoratori e le lavoratrici della scuola pubblica italiana. In questi giorni è emersa, con assoluta chiarezza, la posizione politica del presidente del Consiglio Draghi riguardo la legge Fornero e qualsiasi tipo di riforma volta ad anticipare il rapporto pensionistico prima dei 67 anni di età anagrafica.
Tutto contributivo e addio al sistema misto
La richiesta sindacale fatta il 20 dicembre al tavolo tecnico sulla riforma delle pensioni, potrà essere accettata da Mario Draghi solo prevedendo il calcolo dell’importo dell’assegno pensionistico con il metodo interamente contributivo e non con il vecchio il sistema misto retributivo più quello contributivo. In buona sostanza Draghi sarebbe disposto a mandare in pensione anche il personale Ata e gli insegnanti a partire da 64 anni di età, con 38 anni di anzianità contributiva, se tutti gli anni svolti prima del 1996, passassero dal regime retributivo a quello contributivo.
Questa condizione è stata bollata irricevibile da Maurizio Landini della CGIL, che ha presentato una simulazione dell’assegno pensionitico con il passaggio degli anni calcolati con il sistema retributivo in contributivo, facendo notare che il calo è di circa il 30% a parita di requisiti, con questo sistema introdotto nel 1995, e poi riconfermato, dal Governo Monti, con applicazione graduale dalla legge Fornero.
Difficile trovare accordo
Il tavolo tecnico prevederà altri incontri e un preciso calendario di riunioni per trovare una forma di flessibilità che non lasci come unico sistema pensionistico la legge Fornero. Al momento non si vedono spiragli di accordo, in quanto le posizioni di Mario Draghi sono molto lontane da quelle di Landini, Bombardieri e Sbarra.