Categorie: Politica scolastica

Riforma, per l’ex ministro Berlinguer su musica e arte giustizia è fatta

È lusinghiero il giudizio di Luigi Berlinguer, ex ministro dell’Istruzione, sulla riforma della scuola approvata il 9 luglio in ultima analisi alla Camera. Confermando quanto detto circa un mese fa sulla stessa riforma, ritenuta perfezionabile ma sostanzialmente positiva.

“Giustizia è fatta. Dobbiamo al Parlamento italiano che ha reso giustizia all’arte e alla musica se queste finalmente sono state riconosciute come componenti essenziali dell’istruzione per tutti perché è proprio la legge dello Stato approvata oggi definitivamente dalla Camera dei deputati ad affermare la necessità, nel corso degli studi, nell’organizzare l’istruzione, che si “potenzino le competenze nella pratica e nella cultura musicale”, e ancora “che per l’insegnamento della musica sono utilizzati docenti abilitati in possesso di competenze certificate nonché abilitati all’insegnamento anche per altri gradi di istruzione”, ha detto l’ex ministro.

“Detto più semplicemente – ha continuato Berlinguer – la pratica e la cultura musicale entrano nella scuola per tutti gli studenti, a cominciare dall’infanzia e dalle elementari. Si cancella così la malattia più grave della nostra scuola che si è finora permessa di affermare che l’arte non è cultura, non fa parte della forza formativa della cultura. La nuova legge sulla scuola ha stabilito che oltre a studiare l’italiano, la matematica, la storia, le scienze ed altre discipline di base, materie fondamentali, si deve imparare a cantare e a suonare da parte di tutti gli studenti, nessuno escluso”.

 

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Berlinguer non ha dubbi: “la musica riscatterà la scuola italiana, l’esperienza artistica completerà la formazione della persona a fianco alla conoscenza, al dato cognitivo. Ora tocca a tutti noi perché questa conquista non venga sciupata, né relegata in un cantuccio oppure realizzata male. Tutto è possibile, ed è per questo che le forze culturalmente sensibili ed aperte non si devono perdere né in rassegnazione né in passività ma si muovano per realizzare al meglio questo successo”. 

 

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Alessandro Giuliani

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