Solo vuota propaganda, uno mega spot o un continuare ad affrontare i problemi dal verso sbagliato. Sono alcune delle critiche che si abbattono sulle linee guida del Governo Renzi, ormai in via di compimento.
Secondo i deputati del Movimento 5 stelle in commissione Cultura, Scienza, Istruzione, il punti del piano scuola che verrà presentato il 29 agosto in Consiglio dei Ministri, “sono per, l’ennesima volta, uno auto-spottone del Governo, che non risolverà i profondi problemi del comparto. Questo non è un piano di rilancio, ma propaganda”, affermano i parlamentari ‘grillini’.
“Riguardo alle assunzioni, se queste coinvolgeranno 100 mila soggetti e saranno spalmate in tre, quattro, anni vorrà dire che ci troveremo di fronte solo a una fisiologica copertura dei pensionamenti: turn over. Dunque altro che assunzioni, si tratterebbe di una menzogna. Noi abbiamo proposto in varie occasioni almeno 150 mila assunzioni tra il 2014 e il 2016. Sulle supplenze, a essere prospettata non è la loro eliminazione, ma quella dei supplenti stessi.Si estirpa il problema materialmente”.
Per i deputati penta stellati, inoltre, “il ministro dell’Economia Padoan ha recentemente parlato di possibili risparmi derivanti anche dal comparto istruzione. In sostanza – aggiungono i parlamentari M5S – ulteriori tagli”.
Chi mastica amaro rispetto alle linee guida, prima ancora di vederle realizzate, sono pure gli studenti. Almeno quelli che fanno capo alla Rete studenti medi, che reclama l’attenzione del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini: “Il piano scuola non può concentrarsi solo sulle assunzioni, la riforma dei cicli è il primo passo per vera rivoluzione”.
In questi giorni il ministro dell’Istruzione sta infatti dando anticipazioni sul provvedimento Scuola, ma lamentano gli studenti, le dichiarazioni vertono soprattutto sulla questione degli organici e dell’assunzione dei precari della scuola: “Ben venga se questo governo riuscirà a risolvere l’annosa questione dell’assunzione degli oltre centomila precari della scuola. Non si perda, però, l’occasione di rivoluzionare veramente la scuola”, ha detto Alberto Irone, portavoce nazionale Rete studenti medi.
Per la Rete, “l’impostazione della scuola italiana è troppo vecchia e non è più capace di dare conoscenze e competenze adeguate ai nostri tempi. Va superata la divisione tra scuole di serie A e serie B e contrastato l’abbandono scolastico. Il primo passo per fare tutto ciò è possibile con una riforma dei cicli della scuola, strutturandoli in biennio unitario e triennio specializzante a scelta degli studenti. Oltre ai cicli attenzione alla didattica: basta con le lezioni frontali e più strumenti tecnologici di supporto all’apprendimento”.
Sul piede di guerra è anche Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti: “è una riforma che guarda agli interessi di pochi e non a quelli del Paese”, perchè “sembrano voler portare a termine le idee degli ultimi governi Berlusconi sulla scuola pubblica”. Per l’Uds soprattutto “è inaccettabile procedere a nuove agevolazioni sulle scuole private, proprio mentre lascuola pubblica paga le conseguenze peggiori dopo anni di tagli. Il miliardo e mezzo di risorse recuperate non sono nulla rispetto alle reali esigenze”.
Diverse perplessità sulla riforma giungono poi dalla Lega Nord (“se non ci saranno più i supplenti” ci ritroveremo con gli studenti a fare lezione?”). E pure da Rifondazione Comunista: per il segretario nazionale, Paolo Ferrero, “quanto anticipato dagli organi d’informazione, è semplicemente vergognoso, in totale continuità con le pessime riforme degli ultimi anni”.
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