Come ha già anticipato il nostro vice direttore Reginaldo Palermo, i sindacati sono sul piede di guerra per la prima bozza in circolazione del decreto reclutamento e minacciano lo sciopero già il 6 maggio prossimo.
Una questione di metodo, lamentano i sindacati, che accusano di decisionismo il numero uno di viale Trastevere; ma anche di merito: un decreto che crea confusione, secondo la CUB SUR, e che “come un ubriaco alla guida di un tir, rischia di portare la scuola a sbattere”.
Una critica feroce all’indirizzo del ministro dell’Istruzione: “Egli non si cura del fatto che il suo governo ha imposto una procedura concorsuale semplificata e nozionistica, lui ne ha affidato la realizzazione a incompetenti i quali hanno farcito i quesiti di errori, di conseguenza si è fatto strage dei candidati e avviata l’ennesima stagione di ricorsi, alla fine non si coprirà nemmeno la metà dei posti disponibili messi a concorso”.
70.000 nuove assunzioni entro il 2024? “Tralasciamo il fatto che i precari oggi in servizio sono almeno 200.000 – argomenta il sindacato – e perciò le nuove immissioni in ruolo dovrebbero essere almeno il doppio di quanto promesso,” ma il dato più grave consisterebbe nel fatto che la proposta di reclutamento approvata dal Governo pare già presentare molte criticità. Le principali rilevate da Cub Sur:
Concorsi affidabili; assumere su tutti i posti liberi in organico di fatto e di diritto; reintrodurre il doppio canale; definire un piano di assunzioni straordinario per i precari storici; restituire dignità alla professione docente rinnovando il CCNL, scaduto da 3 anni, con significativi aumenti salariali in paga base.
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