Reclutamento

Riforma reclutamento. Paolo Fasce: l’alternativa alla prova a crocette sono i concorsi indetti dalla scuola

Sul tema della riforma del reclutamento e della formazione abbiamo intervistato Paolo Fasce, dirigente scolastico dell’istituto Nautico San Giorgio di Genova e Camogli.

Dirigente Fasce, i crediti abilitanti sono una buona idea oppure occorreva una laurea abilitante?

“Andava fatta la cosa più normale del mondo: 3+2+1 di tirocinio e basta. Con l’anno di tirocinio, naturalmente, a pagamento: come uno specializzando in medicina viene pagato, così andrebbe fatto con i futuri insegnanti. Bisogna intercettare chi vuole fare questo mestiere da giovane e si deve pensare quale sarà il sistema a regime per i prossimi 30 anni. Insomma, va fatta una cosa di sistema. Ci sono segmenti dell’università che a questa ipotesi sono contrari, perché devono garantirsi un percorso più lungo dei professori, ma in tutto il mondo si fa in altro modo. Mi sembra che sia tutto un po’ all’italiana”.

Il nuovo concorso sarà a risposta chiusa e a risposta aperta: è la soluzione giusta per la semplificazione?

“La questione è spinosa. Il sistema delle crocette ha il solo significato dell’efficienza, cioè di portare mezzo milione di persone a lavorare. Quando ci saranno delle condizioni diverse faremo un concorso diverso. L’alternativa sono i concorsi per scuola. La gente così sa dove va a finire. Dove sono i posti liberi, in Veneto? Allora fai il concorso lì. Quindi l’alternativa c’è ma non la vuole nessuno. In questo caso, non ci resta che bere l’amaro calice dei concorsi a crocette”.

Quale dovrebbe essere il percorso ideale di immissione in ruolo?

Il percorso ideale per entrare in ruolo è quello di cui parlavo, il 3+3+1 con il tirocinio che ti porta già nel mondo della scuola. Il problema della Ssis è che c’era la formazione iniziale e poi non c’era il reclutamento finale perché non c’erano i concorsi. Allora il punto è bandire i posti sensati, mandi la gente a fare tirocini e poi innesti il concorso dentro la scuola.

Come contemperare l’esigenza di immettere nella scuola persone competenti con quella di stabilizzare il precariato?

“Contemperare queste due esigenze significa costruire un sistema resiliente che guardi al futuro e che incomincia a drenare giovani dentro la scuola, mentre gli altri pian piano svaniranno. Il doppio canale serve a gestire i precari finché il sistema entrerà a regime. Ma contemperare significa anche cacciare quelli che non sono in grado di insegnare. Se non superi la piccola prova di un concorso straordinario allora vai tagliato fuori dalla scuola”.

Redazione

Articoli recenti

Assegnazione provvisoria docenti anno scolastico 2024/2025, chi può fare domanda e per quali motivi

A seguito dell’accordo sottoscritto il 27 giugno 2024 tra i rappresentati del Ministero dell’Istruzione e…

02/07/2024

Docenti sostegno, Valditara: “Se la famiglia e il dirigente reputano che debbano essere confermati, cosa c’è di più meritevole?”

Nella giornata di oggi, martedì 2 luglio, il ministro per l’Istruzione e il Merito, Giuseppe…

02/07/2024

Trasporto scolastico, bus e treni regionali gratuiti per gli studenti dell’Emilia-Romagna: domande entro il 18 dicembre

Confermata anche quest'anno "Salta su", l’iniziativa della Regione che permette alle studentesse e agli studenti under 19 di viaggiare gratuitamente su bus…

02/07/2024

Didattica della matematica, come renderla stimolante? Troppe lacune già alla primaria, come agire sin da subito

Un approccio flessibile, diversificato e incentrato sullo sviluppo delle competenze cognitive e relazionali può aiutare…

02/07/2024

Cosa si intende per clima della classe? Cosa sono gli ambienti di apprendimento? La guida per docenti

Il clima di classe si riferisce all'atmosfera emotiva e sociale che si crea all'interno di…

02/07/2024

New Martina Palermo, 4mila ragazzi in fila tra urla e pianti per la tiktoker che ha lasciato la scuola: “Siamo alla deriva”

Non si parla d'altro: in questi giorni i social sono pieni zeppi di video che…

02/07/2024