Dal premier Renzi continuano a giungere messaggi di ravvedimento sulla politica che riguarda il versante scolastico e le riforme in atto.
Dopo il mea culpa di una decina di giorni fa, quando partecipando alla scuola di formazione politica del Pd ha ammesso “che sulla scuola abbiamo fatto qualche pasticcio”, il presidente del Consiglio ha mantenuto la nuova linea: quella del cambiamento, che porta ad un maggiore ascolto delle parti sociali e forse anche dei sindacati.
Attraverso la Enews settimanale, la n. 413, di lunedì 15 febbraio, Renzi stavolta ha scritto questo breve ma significativo messaggio: “Sulla scuola – dopo le polemiche della Legge e lo stupore per il fatto che abbiamo mantenuto tutti gli impegni presi – prevale l’attesa per le nuove deleghe, su cui nei prossimi giorni proverò a coinvolgere di nuovo i professori, sperando che vada meglio dello scorso anno”.
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Si conferma, dunque, la linea del maggior dialogo, che stavolta però non si tradurrà in una lettera ai docenti, ma dovrebbe portare ad intensificare i tavoli di confronto sulle nove deleghe in via di attuazione. Alcune delle quali – come quella sulla scuola dell’infanzia, del sostegno e dell’alternanza scuola-lavoro – risulta particolarmente attese, perché determineranno, a seconda del contenuto, una direzione della Legge 107/15 piuttosto che un’altra.
Nelle scelte da prendere in questo contesto, ci sono anche nuove modalità per diventare insegnante della scuola pubblica, visto che una delle deleghe riguarda proprio il reclutamento.
All’opposizione parlamentare c’è già che dice che si tratta di un’apertura inevitabile, dovuta alla continua perdita di credito del Pd tra gli elettori. E che, in corrispondenza del rinnovo delle amministrazioni comunali di giugno in alcune delle città più importanti della Penisola, tra cui Roma e Milano, potrebbe tramutarsi in una clamorosa sconfitta dei candidati democratici. Con il “popolo” della scuola artefice, forse, della spallata decisiva. Ecco perchè, allora, il premier sarebbe corso ai ripari cambiando linea. Se si tratta di accuse infondate, comunque, presto ce ne renderemo conto.
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