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Riforma, Renzi e Giannini all’unisono: noi questo Paese lo cambiamo, piaccia o non piaccia

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Dai vertici del Governo e del ministero dell’Istruzione arrivano dichiarazioni entusiaste per la firma apposta poche ore fa dal Capo dello Stato al testo di riforma della scuola.

“Gli analisti dicevano che la riforma della scuola era morta. Nel giro di due mesi abbiamo portato a casa la legge, come stiamo per portare a casa la riforma della Pa. Noi questo Paese lo cambiamo, piaccia o non piaccia”, ha detto il premier Matteo Renzi in un’intervista a ’47-35 Parallelo Italia’, che è stata registrata venerdì scorso e sarà in onda su Raitre la sera di martedì 14 luglio.

“Io rispetto le critiche e gli errori che abbiamo fatto”, però è un dato certo che con la riforma avremo maggiore “autonomia per le scuole, più merito e più valutazione per gli insegnanti, più insegnanti”, ha proseguito Renzi.

E ancora: “l’ho detto nell’Eurosummit della settimana scorsa: abbiamo centinaia di migliaia di persone in piazza, una volta per la scuola, una volta per il Jobs Act, per la Pa. Perché? Perché le riforme scontentano le persone, non sono la magica chiave per accontentare tutti. Cambiare è un principio che va sempre bene quando c’è bisogno di fare i proclami politici, quando puoi qualcuno cambia non tutti sono contenti. Le rendite di posizione valgono per tutti e il cambiamento fa paura”, dice ancora il premier.

 

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Anche da Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, trapela “grande soddisfazione” per la firma della Legge che riforma la scuola: voglio mandare, ha detto il titolare del Miur all’Ansa, “un ringraziamento sentito sul piano istituzionale nei confronti del presidente della Repubblica Mattarella”, a margine di un seminario svolto a Palazzo Madama.

“Siamo consapevoli – ha aggiunto Giannini – che si chiude un capitolo che è quello legislativo, importante per i tempi che siamo riusciti a rispettare anche per la velocità di questo passaggio, e se ne apre un altro. Guardo con consapevolezza l’enorme lavoro che ci aspetta, ma anche con la fiducia che riusciremo a dimostrare nei fatti, con un dialogo aperto e costante con la scuola e la società italiana, come questo disegno di legge porti delle opportunità”, ha concluso il ministro.

 

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