“Quello che stiamo facendo sulla scuola è la cosa più importante, anche se non siamo stati bravi a spiegarlo, fra 20 anni i risultati sulla scuola si vedranno”.
A dichiararlo è stato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, parlando la sera del 9 agosto alla festa dell’Unità di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia.
Renzi ha tenuto a ricordare quanto fatto sinora dal suo esecutivo sul fronte della scuola pubblica italiana: “abbiamo assunto 100mila precari gente che aveva titolo per essere assunta che lo Stato non assumeva, messo soldi su formazione, edilizia scolastica, abbiamo fatto un sacco di cose. Perché non siamo stati bravi a raccontarle? Non lo so…”, ha concluso il premier.
Insomma, secondo il presidente del Consiglio le tensioni e le contestazioni dell’ultimo anno e mezzo (dallo sciopero record del maggio 2015, prima dell’approvazione della Buona Scuola, sino ai sit-in di questi giorni contro i trasferimenti su ambiti territoriali, con un numero considerevole di errori, da parte di migliaia di docenti dal Sud al Nord) sarebbero frutto solo di una pessima informazione.
Viene da chiedersi, se le cose stanno così, per qualche motivo il Governo non provveda al più presto ad “illuminare” i docenti, ma anche l’opinione pubblica e i media, attraverso informazioni aderenti finalmente alla realtà dei fatti.
È davvero un peccato che questo non sia ancora avvenuto: ci saremmo volentieri tutti risparmiati di vivere e raccontare continue manifestazioni di disappunto per una riforma e per i provvedimenti che ne sono conseguiti.
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