Per entrare nel merito della riforma della scuola serve una “carica dei mille” rappresentanti del mondo scolastico: mille persone che “avvertono questa battaglia come una battaglia propria, che entrino nel merito dei provvedimenti e che dicano: questa cosa mi riguarda troppo, non posso lasciarla al presidente del Consiglio o al sottosegretario”. A dirlo, nella sede del Pd a Roma, nel corso di un incontro che doveva anche anticipare a grandi linee le risultanze sulla consultazione sulla “Buona Scuola”, è stato il premier Matteo Renzi.
Certo, il presidente del Consiglio continua a tenere la scuola in cima alle priorità della sua agenda di Governo. L’appuntamento ai mille rappresentanti del settore, non a caso, è per il prossimo 22 febbraio, nel giorno del primo anniversario del governo Renzi. Rivolgendosi ai presenti, il premier ha spiegato che “in questi primi mesi non sono riuscito a raccontare bene come la riforma della scuola sia il motivo, lo strumento, la ragione di speranza per il futuro del Paese”. Perché “la riforma non la fa solo il governo, ma si fa con l’opinione pubblica, perché questa è la riforma delle persone”.
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Renzi ha comunque tenuto a dire, con un certo orgoglio, che “dobbiamo eliminare la dicotomia tra chi pensa che la riforma della scuola debba farla solo il Governo, tavoli con i sindacati e chi invece pensa che si debba fare in modo spontaneistico seguendo gli umori dell’opinione pubblica. Per questo vorremmo coinvolgere mille persone, una ‘carica dei mille’, che nei prossimi mesi dedichino un po’ di tempo alla riforma. Non sarà facile ma entusiasmante”.
Per saperne di più sugli esiti normativi della Buona Scuola bisognerà quindi attendere altri 70 giorni.
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