Categorie: Politica scolastica

Riforma, Renzi vuole davvero fare un passo indietro: sulle deleghe coinvolgiamo gli insegnanti

Il premier Renzi torna a porgere la mano ai docenti, chiedendo loro di partecipare alla stesura dei nove deleghe derivanti dalla riforma. E non è una frase di circostanza.

Perché la terza dichiarazione sullo stesso “tasto” in due settimane.

Stavolta, intervenuto all’assemblea del Partito Democratico, il presidente del Consiglio ha detto che “sulle deleghe sulla scuola ricoinvolgeremo gli insegnanti, magari l’incontro va meglio dell’altra volta”.

In precedenza, la prima domenica di febbraio, intervenendo alla scuola di formazione politica del Pd, aveva dichiarato che “sulla scuola abbiamo fatto qualche pasticcio”, prima di dire che sarebbe intervenuto di persona, con il ministro Giannini, per decidere sui quesiti da porre in inglese nella prima prova scritta del concorso per Titoli ed Esami.

Lunedì scorso, attraversola Enews settimanale, la n. 413, Renzi ha argomentato il concetto con un messaggio scritto: “Sulla scuola – dopo le polemiche della Legge e lo stupore per il fatto che abbiamo mantenuto tutti gli impegni presi – prevale l’attesa per le nuove deleghe, su cui nei prossimi giorni proverò a coinvolgere di nuovo i professori, sperando che vada meglio dello scorso anno”.

Oggi, domenica 21 febbraio, ha ribadito il concetto. Quello che non è chiaro è cosa intenda il premier quando dice che vuole “ricoinvolgerere gli insegnanti”.

 

{loadposition bonus_1}

 

Proviamo a fare qualche ipotesi. La prima, forse la più verosimile, è che il presidente del Consiglio voglia inviare un documento per saggiare i pareri e comprendere perché permane tanto malcontento tra il personale nei confronti della riforma.

Non è però da escludere che il premier possa convocare i rappresentanti dei lavoratori, ad iniziare dai sindacati. Come è un po’ accaduto con la mobilità professionale del prossimo anno. Che, proprio attraverso la contrattazione, sarà meno penalizzante di quella introdotta attraverso la Legge 107/15. Cercando, in tal modo, di non far crescere i “mal di pancia”, con le varie riforme su settori chiave –  come il sostegno, la scuola dell’infanzia, il reclutamento, l’alternanza scuola-lavoro – per chi opera in classe.

L’impressione, quale che sia il mezzo per arrivarci, è che il Governo intenda fare un passo indietro rispetto alla politica condotta sinora. È vero, infatti, che parti sociali e tavoli di confronto sono stati sempre aperti, ma di fatto poi la riforma è stata portata in porto sulla falsa riga del progetto iniziale. Di stampo governativo. Se si fosse sentito il personale e la piazza, come quella del 5 maggio 2015, le cose sarebbero andate diversamente.

 

{loadposition facebook}

Alessandro Giuliani

Articoli recenti

Concorso infanzia e primaria 2023: ancora precariato per gli idonei?

Con la presente intendiamo portare alla Vostra attenzione la difficile situazione in cui si trovano…

19/07/2024

Studentessa abusata da prof di ed. fisica già punito in altre sedi. Sarà processato per violenza sessuale aggravata

Un grave episodio di abuso sessuale scuote una scuola media di Roma Nord. Un professore…

19/07/2024

Docenti di religione, Ruscica: occorre aumentare in modo graduale la quota dei posti di ruolo fino al 90%

Con sentenza n. 12116 del 16.07.24 il Giudice civile del Tribunale di Roma ha confermato…

19/07/2024

Assegnazioni provvisorie 2024, ultimi giorni, poi si parte con 150 preferenze e immissioni in ruolo – DIRETTA ore 15,30

Con la nota ministeriale del 4 luglio 2024 il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha…

19/07/2024

Microsoft down oggi, cosa sta succedendo? Voli, banche e media in tilt. Il comunicato di Crowdstrike

Dalle prime ore di oggi, venerdì 19 luglio, un massiccio malfunzionamento informatico sta paralizzando sistemi…

19/07/2024

Dirigente scolastica minacciata Foggia, furti e manomissioni alla sua auto: “non sono stati gli alunni”

Un caso veramente increscioso che non può restare un episodio isolato, ma dovrebbe riguardare più…

19/07/2024