Il governo sta già preparando i cosiddetti corsi di riconversione obbligatori, che scatteranno quando la riforma Moratti andrà a regime. Le nuove norme, infatti, prevedono una forte riduzione del tempo scuola. E ciò comporterà, inevitabilmente, esuberi strutturali.
I docenti che perderanno il posto, dunque, dovranno sottoporsi a corsi di riconversione, al termine dei quali l’amministrazione proverà a dare loro una nuova collocazione.
Se ciò non sarà possibile, si proverà con la mobilità intercompartimentale.
E, infine, se nemmeno in questo modo sarà possibile riassorbire i docenti in esubero, scatteranno i licenziamenti. Che saranno preceduti da un periodo di 24 mesi in cui saranno retribuiti con un’indennità corrispondente al 60-70 per cento dello stipendio, pari all’80 per cento dello stipendio tabellare e all’80 per cento dell’indennità integrativa speciale, con l’esclusione dei compensi accessori (si vedano gli articoli 33 e 34 del decreto legislativo n. 165/2001).
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