Categorie: Politica scolastica

Riforma scuola: il MEF a caccia di soldi

Le notizie e le indiscrezioni si susseguono in continuazione ed è difficile stare al passo e riuscire a raccontare tutto.
Una delle ultime “novità” arriva da un articolo pubblicato dal Sole 24 ore che annuncia che al MEF si sta lavorando ad una idea che potrebbe aiutare le scuole: sulle somme che i privati destineranno ad interventi di ristrutturazione degli edifici sarà riconosciuto un credito d’imposta pari al 60%. L’idea è interessante, certo, peccato che per il momento manchi la copertura finanziaria.
Intanto sul sito del Miur vengono pubblicati i primi elenchi delle scuole beneficiarie degli strumenti digitali messi a disposizione nell’ambito del progetto “Protocolli in rete”. Per ora sono 54 scuole, dalla primaria alle superiori, alle quali andranno una LIM e 25 tablet per poter allestire una classe digitale.
Poi c’è l’idea di estendere il 5% anche alle istituzioni scolastiche.
Ma, alla resa dei conti, si tratta di cifre che seppure importanti non possono servire per intervenire sulla spesa strutturale che è quella del personale.

 

{loadposition eb-territorio}

 

Ecco perchè il MEF è al lavoro per capire come rimodulare lo sviluppo stipendiale del personale in modo da rendere possibili le assunzioni.
In altre parole si sta pensando di allungare ulteriormente il primo “gradone” (ora di 9 anni) e di raffreddare le ricostruzioni di carriera, rinviandole magari a tempi migliori.
E già si parla di una nuova riduzione del fondo di istituto già adesso del tutto insufficiente a remunerare il maggiore impegno dei docenti e del personale ATA.
Tutto questo, sindacati permettendo.
La partita si preannuncia però difficile: i sindacati hanno già fatto sapere di non essere disponibili in tal senso; ma cosa risponderanno se il Governo dovesse metterli di fronte all’alternativa: “Preferite 80mila assunzioni fatte con le vecchie regole o 130mila a stipendio bloccato per 10-12 anni e senza ricostruzione di carriera?”. E’ anche possibile che i sindacati rispondano ancora “non ci stiamo”, ma cosa risponderebbero i precari che verrebbero tagliati fuori?

Reginaldo Palermo

Articoli recenti

Ma (a che) serve l’IA nella scuola?

Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “Educazione in Evoluzione” tenuta da Matteo Borri dal titolo: “Ma (a che) serve…

20/11/2024

Studenti-teppisti fotografano la terga dell’auto dei loro prof: l’obiettivo è accanirsi sulla carrozzeria? Parla la preside del liceo Salvemini di Bari

Vendicarsi con i docenti, considerati troppo severi, fotografando la targa della loro auto per poi…

20/11/2024

Da manager docente precario, immesso in ruolo a 63 anni dopo un decennio di supplenze: un caso non raro

Da qualche anno, soprattutto dopo la pandemia da Covid, assistiamo ad una crescita di casi…

20/11/2024

Autonomia differenziata: la bocciatura della Corte costituzionale

La Corte Costituzionale ha bocciato ben sette punti nevralgici della legge sull’autonomia differenziata tra cui…

19/11/2024

Bravate e reati: c’è una bella differenza

Frequentemente si confondono due termini: bravata e reato. In realtà si tratta di due situazioni ben…

19/11/2024

Violenza sulle donne, Valditara: è legata al narcisismo dei maschi ma è anche una conseguenza dell’immigrazione illegale

Continuano le prese di posizione sulle parole pronunciate dal ministro Valditara in occasione della inaugurazione…

19/11/2024