Non mancano le critiche allo schema di decreto legislativo per la promozione dell’inclusione scolastica, all’esame del Parlamento. Stiamo parlando del decreto legislativo sulle “norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità” (Atto 378) incluse nella Legge 107 del 2015.
“Si apre uno spiraglio per ridiscutere i testi” hanno fatto sapere le Federazioni delle persone con disabilità Fand e Fish dopo le audizioni presso le Commissioni Cultura e Affari sociali sui decreti attuativi sulla “Buona Scuola”. Tanto da esprimere “cauta soddisfazione per le aperture raccolte”.
La notizia è giunta dopo che le stesse Federazioni avevano minacciato, da questa testata giornalistica, attraverso l’avvocato Salvatore Nocera, di “intraprendere iniziative di protesta anche radicali”, qualora non fosse dato seguito agli emendamenti richiesti.
Per il senatore Luis Alberto Orellana il provvedimento “non sembra garantire i diritti, nè soddisfare i bisogni degli studenti disabili, pertanto, abbiamo chiesto chiarimenti al ministro dell’istruzione”.
“Il testo – spiega Orellana – desta forti preoccupazioni in molte associazioni di genitori di studenti disabili e nelle principali sigle sindacali, perché va a modificare il regime che attualmente regola l’assistenza agli studenti con disabilità. Il testo presenta, dunque, numerose criticità e su diverse questioni non soddisfa la delega sull’inclusione scolastica contenuta nel decreto sulla buona scuola; non si rispetta il principio della continuità didattica e si alza da 20 a 22 il numero degli alunni presenti nelle classi con studenti disabili, rendendo oltretutto tale termine non vincolante. Mi auguro che il governo – conclude il senatore – in accordo con le associazioni e con i genitori, apporti i necessari correttivi affinché sia garantita la reale qualità dell’inclusione scolastica a tutti gli alunni disabili”.
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Altre critiche anche dalla “Rete dei 65 movimenti” che chiede il ritiro di tutti i decreti attuativi, ritenuti “tutti dannosi per la reale qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e degli alunni normodotati. Il Disegno delle “leggi delega” è un testo non emendabile, perché contiene un’unica reale filosofia di fondo che non possiamo accettare, ossia quella del risparmio di risorse a danno degli alunni con disabilità e delle loro famiglie”.
“La “Rete dei 65 movimenti” non può che evidenziare una differenza di vedute nei confronti di chi pare non accorgersi di quali siano le logiche che stanno alla base del reale obiettivo perseguito, la riduzione dei costi a scapito di diritti inalienabili. Tutto questo non può essere oggetto di negoziazione.
Il testo, le cui linee guida parlano chiaro, aumenterà a dismisura il contenzioso giudiziario con un aggravamento dei costi a carico delle famiglie, e, in ultima battuta, dello stesso Stato, che sarà chiamato ripetutamente nelle sedi giudiziarie a rispondere della violazione delle norme e dei diritti sopra menzionati”, conclude la nota.
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