Categorie: Riforme

Riforma superiori, si va verso il braccio di ferro

Ha tutta l’aria di trasformarsi in un estenuante braccio di ferro – con Miur e Governo da una parte e i sindacati, opposizione politica, precari e studenti dall’altra – la decisione di far partire la riforma della scuola secondaria superiore già dal prossimo anno scolastico. Quando tutto faceva indurre a pensare che i giochi fossero fatti, con l’amministrazione incurante dei pareri, comunque autorevoli, espressi di recente dal Cnpi, dalle organizzazioni sindacali e dalle parti sociali, a rimettere tutto in discussione è stato il Consiglio di Stato: un organo super partes che nel sospendere il giudizio ha fatto emergere a chiare lettere dei “nodi” irrisolti (eccesso di delega da parte del provvedimento, invasione dell’autonomia scolastica, passaggio poco graduale) e dato un improvvisa dose di vitalità al folto popolo dei contrari. Negli ultimi giorni alle critiche immediate di Flc-Cgil, Gilda e Cobas si è aggiunto l’invio di una lettera ai vertici del Miur sottoscritta dagli altri maggiori sindacati della scuola (la Cisl Scuola, la Uil Scuola e lo Snals-Confsal): con questa azione i tre leader – Francesco Scrima, Massimo Di Menna e Marco Paolo Nigi – hanno chiesto al ministro Gelmini, ma anche al capo di gabinetto, al capo dipartimento per l’Istruzione e al capo dipartimento per la programmazione economica del Miur, di sollecitare un incontro urgente al fine di verificare gli interventi che si intendono adottare per informare ed orientare le scuole in merito all’avvio del prossimo anno scolastico: ciò perché i sindacalisti “non rilevano alla data odierna certezza sui tempi e sulle modalità di riordino del secondo ciclo di istruzione“.
Oltre che agli appunti mossi dal consiglio di Stato (“che ha evidenziato l’esigenza di correttivi sull’impianto dei regolamenti“), i tre sindacati sinora apparsi più concertativi sembrano dare peso all’allungamento dei tempi delle risposte sulle bozze di riforma che sarebbero dovuti giungere tre settimane fa dalle Commissioni parlamentari. Cisl Scuola, la Uil Scuola e lo Snals-Confsal fanno inoltre rilevare al Ministero che “ricevono quotidianamente dalle scuole e dal personale non poche segnalazioni sulle difficoltà in merito alla definizione dei Piani dell’offerta formativa ed alle informazioni da fornire alle famiglie ed agli studenti coinvolti nella scelta degli indirizzi e dei settori in cui proseguire gli studi. Tale incertezza – concludono – rischia di ingenerare forte confusione“.
Chi invece sembrerebbe avere in tasca delle certezze, o quasi, sono i Cobas; che per lunedì pomeriggio, 21 dicembre, si sono dati appuntamento davanti al ministero dell’Istruzione per un brindare all’”assai concreta possibilità” di rinvio della riforma delle superiori e fare in modo che la  protesta e la lotta riescano a “rigettare in blocco – dice il portavoce Enrico Bernocchi – l’intero pacchetto di ‘Riforma’, ivi compresi i tagli previsti per tutti gli ordini e gradi di scuola”.
L’interpretazione dei Cobas, sull’ormai certo rinvio delle nuove superiori, ha trovato spazio anche in Parlamento: il 16 dicembre la capogruppo democratica nella commissione Cultura, Manuela Ghizzoni e il responsabile Scuola del partito, Giovanni Bachelet, hanno emesso un comunicato con cui hanno fatto sapere che “il Governo ha accolto un ordine del Giorno del Pd che raccomanda l’uso di una parte delle somme dello scudo fiscale per compensare i mancati risparmi dovuti al rinvio del riordino della scuola superiore: ormai anche il Governo – hanno detto i due onorevoli del Pd senza giri di parole – riconosce che risulta sempre più evidente l’impossibilità di far entrare in vigore dal prossimo anno il previsto riordinamento della scuola secondaria superiore“.
Il testo dei due parlamentari dell’opposizione è stato però subito smentito: attraverso una nota, divulgata pochi minuti dopo quella del Pd, il Miur ha precisato che “le affermazioni di Manuela Ghizzoni e di Giovanni Bachelet sul rinvio della riforma dell’istruzione superiore, che rimane confermata per l`anno scolastico 2010-2011, e sull`utilizzo delle risorse ricavate dallo scudo fiscale sono destituite di qualsiasi fondamento“. Intanto fonti interne al Ministero dicono che per il ministro Gelmini sarebbe pronto a far slittare di un altro mese, a fine marzo, la scadenza per le iscrizioni al primo anno superiore. Il braccio di ferro è solo all’inizio.
Alessandro Giuliani

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