La riforma della filiera tecnico-professionale continua riscuotere reazioni avverse. Se i sindacati, Flc-Cgil in testa, esprimono forti dubbi e perplessità, soprattutto sulla “compressione” dell’offerta formativa su 4 anni, c’è chi invece promuove a pieni voti l’iniziativa in via di approvazione anche in Parlamento. La possibilità di conseguire il diploma in 4 anni, invece di 5, negli istituti professionali e tecnici è stata bene apprezzata, ad esempio, dalla Regione Lombardia.
La Regione Lombardia – chiamata come tutte le altre ad esprimere il suo parere vincolante sulla revisione della filiere tecnico-professionale e la riduzione da 5 a 4 anni del percorso di studi – ha assicurato che, come del resto previsto già dallo stesso ministero dell’Istruzione, la riforma partirà in via sperimentale già nell’anno scolastico 2024/25.
La delibera approvata dalla giunta prevede un percorso di 4 anni, invece di 5, negli istituti professionali e tecnici, per poi accedere direttamente a un Its Academy per entrare nel mondo del lavoro con maggiore facilità.
“Vogliamo dare maggiori opportunità di futuro ai nostri giovani e un più adeguato indirizzo ai loro talenti, professionalità, passione e desideri – ha spiegato l’assessore regionale a Istruzione e Formazione Simona Tironi -. Allo stesso tempo, puntiamo a ridurre il divario esistente tra l’offerta formativa e le reali necessità delle imprese, il famoso mismatch”.
“Questa sperimentazione – ha concluso Tironi – sarà una grande opportunità per gli studenti e per il tessuto imprenditoriale, perché il mercato del lavoro è in continua evoluzione e c’è sempre più bisogno di una stretta correlazione fra scuola e impresa. Dobbiamo quindi fare di tutto per orientare al meglio i nostri ragazzi affinché scelgano il percorso più affine alle loro esigenze e a quelle del tessuto produttivo”.
Il ministro dell’istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha espresso “grande apprezzamento per la delibera di Regione Lombardia che avvia la sperimentazione per gli IeFp regionali in sintonia con quanto si sta facendo a livello nazionale per la istruzione tecnica e professionale”.
Secondo il responsabile del Mim è “un passaggio importante per il pieno successo di una riforma che abbiamo fortemente voluto e che valorizzerà anche la formazione regionale. Rendere più efficaci i percorsi di studio, avvicinare i giovani al mondo del lavoro, offrire loro opportunità e fiducia nel futuro, ridurre la distanza fra le richieste del mondo produttivo e le competenze disponibili, sono fattori che rappresentano un significativo passo avanti per la crescita del nostro Paese e per lo sviluppo dei talenti dei nostri ragazzi”.
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