Siamo ormai agli sgoccioli: venerdì 19 maggio il Governo dovrebbe approvare il testo definitivo del decreto legislativo di modifica al Testo Unico sul Pubblico Impiego del 2001.
Il provvedimento è particolarmente atteso perchè grazie ad esso il Comitato di settore (MEF, Funzione Pubblica e Miur) potranno finalmente emanare l’atto di indirizzo per l’avvio del confronto per il rinnovo del contratto nazionale.
Sullo schema di decreto il Governo ha incassato l’intesa con le Regioni e i pareri delle Commissioni parlamentari. I sindacati sono stati ascoltati più volte ma gli incontri hanno lasciato non poca insoddisfazione fra le parti sociali.
I sindacati, infatti, erano convinti che l’accordo siglato il 30 novembre con la ministra Marianna Madia si sarebbe automaticamente tradotto in una cancellazione “senza se e senza ma” del decreto Brunetta.
L’attesa era chiara: con la riforma Madia sarebbe dovuto ritornare il primato del contratto sulla legge; e invece le cose sono andate un po’ diversamente in quanto la revisione del testo unico del 2001 non prevede assegna affatto ai contratti la possibilità di modificare qualsivoglia disposizione di legge in materia di rapporto di lavoro pubblico.
Tanto che nella mattinata del 18 maggio i sindacati confederali saranno di fronte a Palazzo Vidoni, sede del Dipartimento della Funzione Pubblica, per protestare contro la conclusione della vicenda.