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Riforma valutazione del comportamento ancora ferma alla Camera; ormai non potrà diventare operativa da settembre, sarà rinviata al 2025/26

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Un anno fa di questi tempi il ministro Valditara annunciava l’intenzione di voler cambiare radicalmente le regole per la valutazione del comportamento degli alunni.
In un primo momento il tenore delle dichiarazioni del Ministro aveva fatto pensare ad un intervento normativo imminente da far entrare in vigore già dal settembre 2023.
Nell’arco di qualche settimana la “narrazione” si era modificata anche se ancora il 28 giugno del 2023, nel rispondere ad una interrogazione del deputato leghista Rossano Sasso, Valditara affermava: “Dobbiamo intervenire in modo netto in modo chiaro su alcuni passaggi che riguardano il voto di condotta e le misure per contrastare forme di bullismo e di mancanza di rispetto nei confronti dei docenti… Oggi mi sono riunito con il mio staff  e abbiamo delineato alcune misure che danno ridanno centralità alla condotta al comportamento dello studente,  abbiamo ripensato l’istituto della sospensione perché noi riteniamo che tenere a casa un ragazzo non fare nulla sia un danno per lui e abbiamo immaginato delle attività di cittadinanza solidale e anche la necessità di più scuola, più impegno e più studio nei confronti di quei ragazzi che si siano resi responsabili di atti di bullismo. Annunceremo molto presto queste misure concludeva il Ministro“.

Probabilmente lo staff tecnico concluse però che per introdurre le modifiche volute da Valditara sarebbe stato necessario un intervento legislativo di non poco conto e così il 18 settembre il Consiglio dei Ministri approvò il disegno di legge per l’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale e per la revisione della valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti.

L’esame del provvedimento prese avvio in Senato a fine novembre e per rendere più snello l’intero disegno di legge la parte relativa al comportamento venne stralciata.
Da quel momento l’esame del disegno di legge andò avanti molto lentamente e venne approvato dal Senato solamente il 17 aprile scorso.
Nelle settimane successive il ddl venne trasmesso alla Camera, ma già a quel punto apparve abbastanza chiaro che sarebbe stato pressoché impossibile far diventare operative le nuove regole a partire dal settembre prossimo.
Il disegno di legge infatti, prevede che, per entrare pienamente in vigore, sia necessario adottare un vero e proprio regolamento del Governo con le modalità previste dalla legge 400 del 1988.

Oltretutto sembra che lo stesso Ministero si sia reso conto della impossibilità di arrivare in tempo, tanto che, da diverse settimane, l’esame del ddl procede molto molto lentamente: essendo ormai chiaro che non si riuscirà in alcun modo a fare entrare in vigore le nuove regole a partire dal settembre 2024, il Governo stesso non ha più molto interesse a “chiudere” rapidamente e preferisce dare la priorità ad altre iniziative di legge considerate più urgenti.
La prossima settimana, per esempio, alla Camera il dibattito sul provvedimento sarà di nuovo fermo, in modo da far andare avanti la riforma della filiera tecnico-professionale.