Il decreto sulla Buona Scuola slitta al 3 marzo: in pratica si tratta di due giorni lavorativi in più ed è difficile credere che possano davvero bastare per sciogliere i nodi ancora irrisolti.
Quello più complicato da affrontare riguarda le risorse. La conferma arriva dallo stesso ministro dell’Economia che fa una dichiarazione un po’ sibillina: “I soldi ci sono, li troveremo”.
Ora se i soldi ci sono non si capisce che bisogno ci sia di cercarli per poterli trovare.
E’ molto probabile che un po’ di soldi ci siano (sono quelli già stanziati nella legge di stabilità) anche se potrebbero non essere sufficienti per realizzare tutto quello che sta scritto nel progetto presentato a esattamente 6 mesi fa.
La difficoltà maggiore potrebbe riguardare proprio le assunzioni, anche se il ministro Giannini e il suo staff (Faraone in testa) continuano a giurare che a settembre entreranno in ruolo 148mila docenti (forse qualcosa di meno, ma se anche fossero “soltanto” 125mila si tratterebbe comunque di una operazione importante).
Ma a quale “prezzo” verranno fatte queste assunzioni? Forse con l’azzerramento della ricostruzione di carriera per i neo-assunti o magari con il rinvio di un anno di una parte delle immissioni. Il conto peraltro è facile da farsi: a partire dal 2009 era stato avviato il “ridimensionamento” degli organici secondo quanto previsto dalla “riforma” Tremonti-Gelmini; 150mla unità in meno fra docenti e ATA per un risparmio complessivo di 8miliardi di euro. Come è possibile ora garantire 150mila assunzioni con 4 miliardi (1 stanziato per il 2015 e 3 per il 2016)?
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Certamente il nostro è un calcolo molto approssimativo, ma siccome la differenza fra le due cifre (4 miliardi contro 8) non è proprio trascurabile, il sospetto che qualcosa non torni è più legittimo.
Resta poi il nodo dell’organico funzionale, di difficilissima soluzione (secondo noi ai limiiti dell’impossibile). Su questo punto, almeno fino ad ora, nè Giannini nè nessun altro del suo staffa hanno detto cose comprensibili e credibili; si è parlato di organico per coprire le supplenze, per ampliare l’offerta formativa, per ripristinare la compresenza nella primaria, per introdurre gli specialisti di musica e di educazione motoria, ma nessuno ha speso mezza parola per spiegare come – nel concreto – si possano ottenere questi risultati.
La confusione è davvero ancora tanta ed è difficile credere che basteranno due giorni lavorativi in più per cancellarla o anche solo per ridurla.
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