Non le mandano a dire: i sindacati della scuola hanno come comune denominatore la delusione per l’andamento della giornata sulla Scuola, organizzata dal Pd nel giorno del primo compleanno del Governo Renzi.
Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, dice diche che dalle parole del premier, “Matteo Renzi e della Ministra Stefania Giannini sulla scuola”, non è arrivata “nessuna novità rispetto alle politiche sbagliate dei governi precedenti. Non ci sono proposte concrete per una scuola di qualità e aperta a tutti e impegni concreti per tornare a investire in istruzione. Abbiamo ascoltato la solita retorica, condita da parole vuote e senza tenere conto delle tante emergenze quotidiane che le scuole devono affrontare”.
La Flc-Cgil, quindi, “rivendica investimenti, stabilizzazione per tutti i lavoratori precari, il rinnovo del contratto e valorizzazione professionale. Il vocabolario del governo è invece più precarietà, licenziamenti, autoritarismo, classificazioni e competizione. Vogliamo una riforma dell’istruzione che parta dal basso coinvolgendo tutte le forze disponibili a un vero cambiamento. Si intende invece procedere in modo autoritario come fatto con il jobs act”.
“Occorre costruire un vasto schieramento per una riforma dal basso radicalmente diversa da quella prospettata dal Governo. Il Parlamento e le forze sociali non possono essere escluse da una discussione sul merito dei provvedimenti sulla scuola. Se non si cambia verso siamo pronti alla mobilitazione”, conclude Pantaleo.
Decisamente contrariato è anche Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola: “ogni giorno che passa – sostiene – appare sempre più chiaro che la proposta del Governo sulla scuola è una colossale presa in giro. Nessuna soluzione vera per i precari: un premier illusionista vuol far credere che li assumerà tutti, in realtà decine di migliaia rischiano di perdere il lavoro che svolgono, precariamente, da anni”.
Scrima sostiene che i supplenti, “dopo tante promesse di riscattarli da una condizione retributiva mortificante”, rischiano ora di trovarsi “le carriere finanziate con lo scippo degli attuali stipendi in nome di una meritocrazia di facciata. Gli scatti di anzianità sono stati l’unico fattore di parziale difesa salariale per chi lavora nella scuola: toglierli ha un solo risultato, diminuire seccamente le retribuzioni, già oggi tra le più basse d’Europa. La scuola è una cosa seria, non la si trasformi – conclude il sindacalista Cisl – in un palcoscenico per esibizionismi privi di senso e di valore”.
Anche Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, presente all’evento svolto a due passi di via Nazionale, a Roma, usa parole di dissenso: “dall’iniziativa del PD di questa mattina, titoli e buone intenzioni – sottolinea Di Menna – con un grande buco nero, neanche un euro per riconoscere impegno e professionalità degli insegnanti e del personale. Ancora una volta la gratificazione sociale non è altro che una pacca sulle spalle”.
Perché mentre “la spesa per istruzione, in rapporto alla spesa pubblica resta al penultimo posto in Europa e – mettono in evidenza dalla Uil Scuola – gli stipendi restano fermi. Sui provvedimenti che stanno scrivendo nel chiuso delle stanze ministeriali nessun elemento di chiarezza e trasparenza. Rimane il blocco del contratto, fermo al 2009 con stipendi tra i più’ bassi d’Europa”.
“Sulla carriera degli insegnanti neanche un euro e per ora nessuna idea. Insistiamo su quanto detto al Ministro – puntualizza Di Menna – il Governo eviti di intervenire per decreto sull’attuale assetto retributivo, su orario, retribuzione, progressione economica, tutte materie contrattuali, eviti, in conflitto con la scuola, dopo le 400 mila firme presentate dai sindacati scuola, di aprire un conflitto con la scuola. Si apra un confronto vero”.
Per il leader della Uil Scuola è “positiva la conferma del piano di assunzioni per settembre 2015 di 130/140 mila insegnanti. Vanno coperti anche i posti di personale Ata. Il decreto preveda organico funzionale stabile e copertura per tutti i posti con contratto a tempo indeterminato; per questo occorre prevedere immissioni in ruolo anche da personale di seconda fascia ora abilitato. Se non si fa così il precariato viene inevitabilmente reiterato”.
Per la Gilda degli Insegnanti l’evento “La scuola che cambia, cambia l’Italia” è stata solo “una kermesse di slogan e propositi apparentemente validi, ma adesso attendiamo Renzi al varco il prossimo 27 febbraio quando in Consiglio dei ministri approderanno il decreto legge sulle immissioni in ruolo e il disegno di legge delega”.
Secondo la Gilda, presente alla manifestazione con diversi rappresentanti sindacali alcuni punti “lasciano già perplessi, come l’idea di devolvere il 5 per mille alle singole scuole che rischierebbe di mettere gli istituti nelle mani di finanziatori privati. Meglio sarebbe, invece, come da noi proposto più volte, defiscalizzare i contributi volontari delle famiglie”.
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“Registriamo che sia il ministro Giannini che Renzi hanno ammesso sostanzialmente le numerose critiche al documento La Buona Scuola che – continua l’organizzazione guidata da Rino Di Meglio – li ha costretti a rivedere alcune parti del progetto, in particolare la cancellazione degli scatti di anzianità”.
“Rimangono le forti perplessità della Gilda su valutazione del merito e carriera perchè non è per nulla chiaro quali saranno i criteri utilizzati per valorizzare la professione docente né chi giudicherà i valutatori. Confidiamo che su questi temi non ci si limiti a un dibattito a colpi di email e di tweet, come vorrebbe Renzi, ma si apra un dialogo reale con i docenti e i sindacati che li rappresentano”.
“Se, come ci risulta, nel CdM di venerdì si discuterà anche del Regolamento delle nuove classi di concorso, – conclude la Gilda – dobbiamo denunciare il mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali su un argomento di grande importanza per i docenti e per tutta l’organizzazione didattica”.
Deluso pure Marcello Pacifico, presidente Anief, secondo cui c’è “ancora troppa confusione sulle 150mila assunzioni. Renzi dice che vuole eliminare il precariato, ma si continuano ad avere poche garanzie su larghe fette di personale che hanno diritto all’immissione in ruolo. Anche gli Ata penalizzati. Il merito dei docenti? Nessuna preclusione, ma prima si allinei lo stipendio. Mancano poi norme a tutela degli scatti e delle mensilità estive dei precari. Bene il potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro, ma serve una riforma complessiva. Sull’introduzione dell’arte e della musica tutti d’accordo, però ricordiamoci che le discipline da introdurre sono diverse e hanno bisogno di un tempo scuola allargato”.
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