I lavoratori della scuola dell’I.P.S.E.O.A. “A. Farnese” riuniti in assemblea sindacale unitaria, il 22/4/015 nella sede di Montalto di Castro ed il 23/4/015 nella sede di Caprarola, dopo aver preso in esame il DdL 2994, ne traggono le seguenti considerazioni.
L’assemblea rileva che il testo esaminato sia paragonabile più ad un provvedimento sulla Pubblica Amministrazione che ad un DdL sulla scuola.
Infatti esso è quasi interamente dedicato alla distribuzione di poteri decisionali, di responsabilità, di organizzazione della scuola e ai criteri per l’assunzione del personale docente, ed ignora quasi del tutto il personale Ata, i genitori e dedica poche scarne righe a studenti e didattica. Ne consegue che, pur apprezzando alcuni aspetti del DDL, emergono forti dubbi e criticità nei seguenti aspetti:
Docenti e personale Ata
1) Il super-potere conferito al dirigente scolastico non pare sufficientemente bilanciato rispetto agli organi collegiali, i cui interventi (secondo quanto letto) sembrano ridotti a mere funzioni consultive; in questo modo viene svalutato il ruolo collaborativo e la partecipazione dei docenti alla progettazione dell’offerta formativa. La stessa scelta dei docenti dagli albi territoriali se effettuata esclusivamente dal dirigente, potrebbe essere viziata da arbitrarietà e personalismi, visto che nel DdL viene lasciato libero arbitrio, al dirigente, sulla scelta di specifici criteri valutativi cui dovrebbe ispirarsi
2) La scelta di non assumere i docenti collocati in una graduatoria di merito del concorso ordinario 2012 risulta in palese contraddizione con la volontà di procedere dal 2016 alle assunzioni solo per mezzo di concorsi ordinari a cadenza triennale; la graduatoria del concorso 2012 non è infatti ancora scaduta, non essendo stato bandito alcun nuovo concorso e non essendo ancor trascorsi i tre anni di validità. Particolarmente grave è poi l’interpretazione che il DDL dà della sentenza della Corte Europea, dato che finirebbe per escludere senza alcuna motivazione meritocratica i precari non presenti in GAE con più di 36 mesi di servizio, anche non continuativi, su posto vacante. C’è da segnalare inoltre, che il peggioramento delle norme relative a reclutamento e mobilità, consentirà la sottrazione d’imperio alla contrattazione sindacale.
3) Ulteriore aggravio dei carichi di lavoro del personale scolastico (docente e Ata), senza alcuna reale contropartita salariale, che si vuole legata a un fantomatico “merito”, con un CCNL scaduto da ormai sette anni e di cui ancora non si ipotizza il rinnovo.
Genitori e Alunni
4) Annullamento degli spazi di partecipazione della componente genitoriale, garantiti nella scuola pubblica fin dagli anni settanta grazie alla conquista dei decreti delegati.
5) Peggioramento della qualità dell’offerta didattica, sottomessa alle leggi di mercato tramite l’ingresso negli istituti di istruzione secondaria superiore di enti imprenditoriali privati e mediante l’introduzione dell’apprendistato già a partire dai 15 anni di età. In particolare, negli istituti tecnici e professionali è prevista l’introduzione di 400 ore (10 settimane) obbligatorie di alternanza scuola-lavoro nei periodi di sospensione delle attività didattiche. Ciò rischia di determinare forme di sfruttamento del lavoro minorile a tutto vantaggio delle aziende che avranno a disposizione manodopera gratuita.
5) Frammentazione del sistema universalistico dell’istruzione pubblica statale, creando istituti di serie A e di serie B attraverso il meccanismo del 5 per mille, delle sponsorizzazioni e delle detrazioni fiscali, confermate anche per le scuole private. L’aumento di spesa a favore delle scuole private e l’impossibilità da parte dello Stato di garantire i finanziamenti alla scuola statale è in conflitto con i principi costituzionali e compromette la natura stessa del sistema d’istruzione pubblico, nonché la libertà d’insegnamento dei docenti.
6) Imposizione di un modello scolastico basato sulla competizione individuale, mascherata da “meritocrazia”, in luogo della collaborazione cooperativa a tutela dei bisogni formativi di ogni studente. Il rinnovo triennale dei docenti, deciso arbitrariamente dai dirigenti, non potrà garantire continuità e qualità dell’attività didattica.
Infine il numero delle deleghe presenti nell’art. 21 è eccessivo e (allo stato delle cose) non rileviamo una valida motivazione per dare la fiducia di una firma su un foglio in bianco, anche perché si tratta di argomenti talvolta più vasti di quelli trattati nel DDL e perché le singole deleghe non mostrano specifici vincoli di mandato.
In ultimo, i lavoratori della scuola dell’I.P.S.E.O.A. “A. Farnese”, nel dare la propria convinta adesione allo sciopero Nazionale Unitario della Scuola del 5 Maggio 2015, indicano alle segreterie provinciali nuove possibili forme di protesta da attuare, se necessario, sia prima che dopo lo sciopero del 5 maggio
Le Rsu dell’I.P.S.E.O.A. “A. Farnese” sedi di Caprarola e Montalto di Castro
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