Decreto legge o disegno di legge, la sostanza non cambia molto, perchè le condizioni poste al Parlamento da Renzi sono pesanti: se il provvedimento non sarà approvato entro la metà di aprile, il Governo sarà costretto ad intervenire con un decreto legge, in modo da garantire almeno le assunzioni dei precari (quante di preciso non è però ancora dato di saperlo).
Ma pensare che si possano concludere i lavori parlamentari nel giro di 40 giorni è pura utopia, anche perchè il disegno di legge è complesso e contiene un’ampia quantità di temi e disposizioni.
Intanto è da escludere che il disegno di legge possa essere unificato con altr progetti che già sono stati depositati in Parlamento o che addirittura hanno già iniziato il proprio percorso (è il caso, per esempio, della LIP, di un ddl targato M5S ma anche del progetto sui servizi per la fascia d’età 0-6 anni di cui è relatrice Francesca Puglisi al Senato).
A questo punto si può azzarzare qualche ipotesi: a metà aprile il Parlamento dovrà “gettare la spugna” e il Governo approverà subito un decreto legge per le assunzioni, ma a questo punto limitate alla copertura dei posti vacanti e disponibili o poco più (già di paral di 50mila assunzioni, in pratica poco più del turn-over effettivo).
Tutto il resto del ddl continuerà il suo percorso parlamentare che potrebbe a sua volta durare diversi mesi; conclusione: organico funzionale e quant’altro entreranno in vigore a partire da settembre 2016.
Resterebbe il nodo delle regole contrattuali da applicare ai nuovi assunti. Soluzione possibile, da estnedere anche al personale già in servizio: stipendio legato in parte all’anzianità (30%) e in parte al merito (70%). La soluzione dovrebbe però essere recepita da un contratto Aran-sindacati da sottoscrversi entro il 31 luglio (questa disposizione è contenuta nella bozza di decreto che sta circolando in rete). Se non si firma il contratto, il Governo è autorizzato ad intervenire in modo unilaterale.
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