Da più parti e fonti, viene dato per “imminente” l’approdo alla Camera del testo del disegno di legge sulla Buona Scuola: dopo il passaggio al Quirinale, di cui non si comprendono ancora a pieno motivazioni e contorni, sono diversi i rumors secondo cui il documento, approvato dal CdM, potrebbe arrivare a Montecitorio già nelle prossime ore.
L’Ansa, ad esempio, non escludeva che l’ipotesi si concretizzasse già nella serata di giovedì 25 marzo. La stessa agenzia di stampa, inoltre, si è soffermata sul fatto che per venerdì 27 marzo è in programma un ufficio di presidenza della VII commissione (Cultura, scienza e istruzione), dal quale dovrebbe ‘uscire’ il nome del relatore del provvedimento: quasi certamente sarà l’on. Maria Coscia, capogruppo PD in Commissione Cultura.
In ogni caso, anche se il testo comincerà a breve ad essere esaminato dai parlamentari in seno alle commissioni di competenza, rimangono tuttavia in piedi le grandi perplessità sulla sua approvazione da attuare in appena 60 giorni. Soprattutto perché in clima parlamentare che si è creato sulla riforma è davvero avvelenato.
Oltre alle organizzazioni sindacali, che rivendicano rispetto delle regole contrattuali, indicono scioperi e manifestazioni, oltre che minacciare mega-ricorsi in tribunale per le mancate stabilizzazioni (con l’Anief che è arrivata a quantificare un danno per lo Stato, sotto forma di indennizzi da pagare, pari a 9 miliardi di euro), nelle ultime ore hanno alzato la voce diversi esponenti dell’opposizione: ai ‘grillini’, che associano l’iter del ddl ad una folle corsa per topi, e a Forza Italia, le cui perplessità sono state espresse dalla responsabile Scuola, Elena Centemero, si è aggiunta Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale: il suo capogruppo, Fabio Rampelli, ha sottolineato che il dato sul mancato approdo del provvedimento in Parlamento, rappresenta un “segno evidente di una pesantissima difficoltà dei vari ministeri a presentare un testo con le adeguate coperture finanziarie ed esente da rischi di incostituzionalità”.
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A fare il punto della situazione sull’iter che attende il testo del ddl, cercando di placare anche gli animi, è stato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a margine di un incontro a Sant’Agata: “andrà in commissione la prossima settimana – ha detto il responsabile del Miur – e si comincerà a discutere delle singole proposte”.
Per il ministro “per esempio il capitolo scuola e lavoro va nella direzione dello sviluppo del Paese e della sua efficace battaglia contro la disoccupazione giovanile e la dispersione scolastica. Io a questo punto, rimando al merito e al dibattito parlamentare a cui parteciperò con grande assiduità”.
Parlando, poi, dei rappresentanti dei lavoratori, Giannini ha detto che sul ddl di riforma della scuola “più che lo scontro mi aspetto un confronto” con i sindacati. Perché, ha aggiunto, le risposte alle loro critiche “sono contenute nel merito di questo disegno di legge. Credo che i sindacati che cercano un accordo troveranno risposte molto interessanti a cui non potranno sottrarsi”, ha concluso Giannini. A sentire però gli stessi sindacati, i margini di trattativa sul documento della Buona Scuola predisposto dal Governo, non sono molti.
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