A seguito della conversione in legge del “decreto milleproroghe” il decreto sulla Buona Scuola sarà convertito in legge senza che su di esso possa esprimersi il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, ormai morto e sepolto, ma neppure il Consiglio Superiore dell’Istruzione che dovrebbe sostituirlo.
Il fatto è che nonostante che Consiglio di Stato e TAR abbiano in più circostanze sottolineato l’illegittimità della situazione esistente (assenza del CNPI o di organismo analogo), il Governo ha sempre fatto finta di nulla e nel decreto milleproroghe del 31 dicembre scorso ha inserito una norma dirimente: fino al 31 dicembre 2015 tutti i provvedimenti che richiedono il parere del Consiglio saranno validi anche in assenza degli stessi. I sindacati parlano di “colpo di mano”, ma tant’è.
E’ vero che il decreto milleproroghe stabilisce che entro il 30 aprile il Ministro dovrà indire le elezioni per la costituzione del Consiglio Superiore, ma è evidente che anche se i tempi saranno rispettati e se si farà tutto molto velocemente, il nuovo organo potrà entrare in funzione, nella migliore delle ipotesi, non prima del prossimo settembre.
Per intanto il sul decreto di riforma la scuola “ufficiale” non avrà la possibilità di esprimersi.
Una “pastoia” in meno per il Governo ma anche una opportunità in meno per raccogliere qualche idea su come poter eventualmente migliorare il testo.
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