Descrivere cosa sta accadendo in queste ore, dopo la diffusione della notizia che domani il Governo non approverà nessun decreto è davvero difficile.
Le caselle di posta della nostra testata stanno ricevendo mail in continuazione e nei social network i commenti (non propriamente benevoli) si stanno moltiplicando.
C’è chi è soddisfatto e auspica che questo sia solo l’inizio del blocco definitivo della riforma.
Ma ci sono tanti, tantissimi precari preoccupatissimi per il proprio futuro.
Dopo aver “assaporato” l’idea di poter finalmente entrare in ruolo a settembre, adesso incominciano ad essere assaliti da dubbi pesanti.
E ne hanno tutte le ragioni. Tanto che i toni sono spesso esasperati soprattutto contro chi per mesi ha illuso centinaia di insegnanti (e i loro famliari) con rassicurazioni che adesso si stanno rivelando per quello che sono: vere e proprie bufale.
Purtroppo tutta questa vicenda è nata male, si è sviluppata malissimo e si sta concludendo nel peggior modo possibile.
Pensare di poter realizzare in pochi mesi una riforma come quella contenuta nel Piano Buona Scuola e di accompagnarla con un piano di assunzioni faraonico (150mila immissioni in ruolo sono più o meno tante quante ne sono state fatte negli ultimi 6-7 anni, forse persino di più).
Con una continua confusione anche rispetto agli strumenti legislativi da utilizzare: 2 settimane fa il sottosgretario Faraone aveva dichiarato che sia stava lavorando ad un decreto legge onnicomprensivo (assunzioni, carriera, valutazione delle scuole, curricolo e chi più ne ha più ne metta). Giannini ha oscillato fra decreto, disegno di legge e legge delega, poi Renzi ha parlato di un decreto legge accompagnato da una legge delega. Adesso, a meno di 24 ore dalla riunione del Governo, si parla di disegno di legge ordinaria.
Ma c’è da crederci? Di qui alle 18,30 di martedì potrebbe ancora capitare di tutto.
Meglio aspettare.
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