Cari operatori tutti della scuola, ho l’impressione che uno spirito di rassegnazione o meglio di ineluttabilità prenda un pò tutti di fronte a questo disegno di legge per la cosiddetta riforma della scuola.
Ci rendiamo conto che il Ddl per la Buona Scuola presenta aspetti che non convincono: verticalizzazione della gestione della scuola con dirigenti sempre meno presidi e sempre più capi d’azienda e addetti alla selezione del personale; docenti sempre meno coinvolti nell’organizzazione didattica della vita scolastica attraverso un organo collegiale e democratico, il caro e vecchio collegio dei docenti; mobilità forzata del personale docente, in balia dei dirigenti e del piano formativo triennale.
Eppure la piazza è vuota e i corridoi delle scuole sono silenziosi! In cosa cambierà la scuola se non nell’organizzazione del personale, docente e non, e nelle modalità di reclutamento dello stesso. Inoltre mi chiedo perché mai questo governo abbia demonizzato le graduatorie, in realtà concorsi per titoli, graduatorie che sono uno strumento alquanto democratico e garante della imparzialità nell’accesso al mondo della scuola.
Il problema non erano tanto le graduatorie in se stesse, quanto aver lasciato che le stesse s’ingolfassero con il ricorso alla supplenza annuale, meno impegnativa economicamente di un organico stabile. Poi è arrivata l’Ue che ha chiarito che dopo tre anni di contratti a tempo determinato si deve procedere all’assunzione a tempo indeterminato. Di qui è facile capire le mosse del Governo! Insomma la scuola ha le forze intellettuali del paese. Dove sono? Un decadente distacco servirà ben poco al futuro della scuola.