Tanto tuonò che non piovve. Alla fine la montagna ha partorito il topolino. Tutto quel rumore per nulla… Non occorre abusare delle metafore, ma in certe occasioni valgono più di lunghi commenti. E terminata la presentazione “La scuola che cambia: cambia l`Italia”, organizzata dal PD, c’erano diversi partecipanti, in testa i rappresentanti sindacali, che lasciavano la sala masticando amaro: l’annunciata presentazione dei contenuti più vicini al personale della scuola (assunzioni, carriera, merito, scatti di anzianità, tanto per ricordarne alcuni) è stata infatti rimandata a venerdì 27 febbraio, quando verrà approvato in Consiglio dei ministri il doppio decreto di riforma: un decreto legge e un disegno di legge delega, con quest’ultimo che necessita di tempi decisamente più lunghi (stiamo parlando di anni), poiché si tratta comunque di “una legge ordinaria”, da approvare quindi in “Parlamento attraverso il normale iter procedurale”.
Abbiamo allora provato a saperne di più, dopo gli interventi, avvicinando i relatori del PD, protagonisti della giornata. Nella ressa di presenti – giornalisti, operatori televisivi, personale, curiosi e addetti alla sicurezza – non siamo stati però fortunati. Ma non poteva andare diversamente, considerando anche la limitatezza degli spazi scelti per la presentazione dell’evento (sarebbe anche da capire perché si è optato per una sala con appena 200 posti a sedere, dopo aver annunciato per settimane l’importanza dell’evento).
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Matteo Renzi, il premier, era irraggiungibile, con una miriade di giornalisti e telecamere che lo attorniavano. Davide Faraone, il sottosegretario, non siamo riusciti nemmeno a vederlo. Abbiamo invece incrociato il ministro Stefania Giannini mentre lasciava la Sala Convegni: ci siamo presentati e le abbiamo chiesto chiarimenti, ma senza esito.
A quel punto abbiamo provato a girare il quesito a Francesca Puglisi, responsabile nazionale Scuola del PD e organizzatrice della giornata, che ai piedi del palco rilasciava interviste e faceva foto con diversi presenti. Puglisi ci ha spiegato che “si tratta di argomenti di carattere contrattuale, che verranno presentati la prossima settimana in Consiglio dei ministri. Oggi abbiamo dato spazio alle tante esperienze che stanno arricchendo la Buona Scuola” e che porteranno finalmente “all’autonomia scolastica di ogni istituto”. Tutto chiaro, no? Solo per chi si accontenta dei titoli. Gli altri dovranno aspettare ancora cinque giorni.
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