I tempi per l’approvazione del ddl sulla scuola rimangono a dir poco stretti: il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti è stato confermato per sabato 18 aprile. “Con possibilità di modifica, se necessario”, ha precisato la neo relatrice Maria Coscia (Pd). La quale ha anche presentato in Ufficio di Presidenza la relazione sul provvedimento, che “finalmente renderà possibile l’autonomia scolastica, perché mette a disposizione risorse e personale”.
Sel e M5S continuano però a chiedere lo stralcio della parte che riguarda le assunzioni dei docenti precari: vista l’urgenza, hanno detto, serve un decreto legge. Anche perché, ha detto Giancarlo Giordano, capo gruppo di Sel in Commissione, non si possono approvare provvedimenti così rilevanti in tempi così ridotti: “farò presente la nostra contrarietà anche alla Presidente della Camera, Laura Boldrini”. E se salta il ddl, rischiano di saltare anche le 100mila immissioni in ruolo.
Il Partito Democratico, però, tira dritto: “valuteremo le richieste dei gruppi ma il piano straordinario delle assunzioni è strettamente collegato all’impianto generale del provvedimento, ovvero all’organico funzionale, alla definizione dei poteri dei presidi e degli organi collegiali. Stralciando le assunzioni verrebbe meno la riforma”, ha tenuto a precisare Coscia.
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E mentre la Commissione si prepara all’avvio della discussione, nel pomeriggio del 10 aprile si è conclusa la “maratona” – come l’ha chiamata la vice presidente della Commissione cultura di Montecitorio, Flavia Nardelli (PD) – delle audizioni congiunte: nell’ultima giornata a parlare, tra gli altri, sono stati Confindustria e Rete imprese, che hanno chiesto un’apertura del mondo della scuola verso i giovani e le imprese (Confindustria) e la definizione del ruolo delle aziende nel modello formativo nazionale (Rete imprese). Per Upi e Anci, invece, è necessario valorizzare il legame tra la scuola e i vari territori.
In cinque giorni deputati e senatori si sono confrontati con oltre 80 associazioni appartenenti al mondo della scuola, ma non solo. Più che maratona è stato “un tritacarne – hanno commentato i parlamentari del M5S – dal quale sono emerse critiche e preoccupazioni rispetto alla maggior parte dei contenuti del provvedimento”.
Intanto, Sinistra, ecologia e libertà ha depositato la richiesta di stralcio dell’art. 21, quello relativo alle deleghe al governo: “17 deleghe sulla scuola sono eccessive”, ha spiegato Annalisa Pannarale.
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Forti critiche alla riforma giunta alla Camera sono arrivate anche da Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti, nel corso del dibattito sulla riforma della scuola organizzato dal Movimento 5 Stelle a Pescara: “il progetto del Governo porta ad un totale asservimento della scuola alle aziende della porta accanto, con una legge che ricalca pari pari il progetto di Confindustria”, ha detto.
“La scuola dovrebbe essere il luogo della cooperazione e della crescita collettiva – ha proseguito Lampis – mentre il disegno di legge di Renzi consacra la fine della scolarizzazione di massa, incentiva le disuguaglianze e asservisce il sistema formativo ad un sistema di sviluppo fatto di imprese che notoriamente non investono in formazione, non investono in innovazione e calpestano i diritti di chi lavora. Siamo da mesi nelle piazze italiane, ma il Governo è sordo rispetto alle istanze sociali”.
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