“I sindacati devono autoriformarsi. Se non lo fanno provvederemo noi quando saremo al Governo”: l’ “avvertimento” arriva da Luigi Di Maio, leader del M5S che potrebbe diventare presidente del consiglio in caso di vittoria dei pentastellati alle prossime elezioni poitiche.
La dichiarazione (qualcuno parla di minaccia) di Di Maio ha già suscitato proteste e prese di posizione.
La segretaria nazionale della Cgil Susanna Camusso parla di “linguaggio autoritario e insopportabile” e aggiunge che in realtà Di Maio “non è il primo che lo dice. Ce n’è stato un altro che poi ha fatto il jobs act” (il riferimento a Renzi è del tutto evidente).
E anche il ministro Giuliano Poletti si schiera a fianzo delle organizzazioni dei lavoratori: “I sindacati hanno la loro autonomia e la loro responsabilità e credo vada rispettata”.
Si tratta ora di capire che effetto possono sortire le prese di posizione di Di Maio nel mondo della scuola che sembra essere piuttosto attratto dalla promessa del M5S di abrogare la legge 107.
La sensazione è che ben diffcilmente dopo questa dichiarazione a Di Maio potrà arrivare il sostegno di quei docenti e Ata che rivestono oggi un qualche ruolo all’interno delle organizzazioni sindacali rappresentative (RSU e non solo).
Ma in rete c’è anche chi sostiene che, soprattutto nella scuola, la credibilità dei sindacati è ormai arrivata al minino storico e che, proprio per questo, Di Maio ha fatto benissimo a dire ciò che ha detto.
Insomma, in questo momento non è facile dire se quella del leader del M5S sia stata una mossa utile o dannosa. Bisogna aspettare forse qualche settimana per capirlo meglio.
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