La ricostruzione di Lucio Ficara è abbastanza corretta. Non lo è, a mio avviso, questa premessa: “bisognerebbe considerarli (gli scatti) un sistema per distribuire e spalmare a tutti i docenti italiani, con l’avanzamento dell’anzianità di servizio, il salario ottenuto dai patti contrattuali del 23 gennaio 2009”.
Mi permetto di far notare quanto segue:
1) le progressioni stipendiali esistono in tutto il pubblico impiego e sono sempre state concepite come una gratifica professionale legata all’anzianità di servizio. L’idea di fondo è quella secondo cui lavorando aumento la mia professionalità, quindi fornisco un lavoro migliore, che deve essere retribuito di più.
2) Le progressioni stipendiali erano riconosciute anche prima del 2009: l’art. 77 (“progressione professionale”) del contratto del 2003 è del tutto identico all’art. 79 (stesso titolo) del contratto del 2009.
3) Se si trattasse di spalmare a tutti i docenti un aumento salariale, allora lo strumento sarebbe piuttosto iniquo. Come si giustifica che gli anziani ci guadagnano di più, i meno anziani ci guadagnano meno e precari e neoassunti fino al settimo anno non ci guadagnano nulla? Bel modo di spalmare …
L’autore appare preoccupato di dimostrare che gli insegnanti non fruiscono di un privilegio. Bisognerebbe casomai spiegare che gli scatti prima del blocco erano un meccanismo piuttosto comune di riconoscimento della crescita professionale in molti comparti, non solo nella scuola.