Il titolo è tutto un programma: ‘Riina Family Life’. È il libro, “in lingua ungherese a breve uscita”, scritto da Salvuccio Riina, terzogenito del capomafia condannato per le stragi e morto in carcere al 41 bis: l’annuncio della pubblicazione è arrivato dallo stesso autore, in risposta alla decisione del Consiglio comunale di Corleone di auspicare il suo allontanamento dalla cittadina, con tanto di Ordinanza, al fine di dare seguito alla “volontà della gran parte dei cittadini”.
Salvuccio Riina, scrive l’Ansa, è “rientrato a Corleone il 4 aprile dopo 8 anni e 10 mesi di detenzione per associazione mafiosa, riciclaggio ed estorsione“: come se nulla fosse, va avanti per la sua strada.
“Mentre a Corleone si dibattono discorsi senza senso, io lontano da casa e da discorsi inesistenti, continuo a conseguire nuovi successi”, ha scritto Riina junior in un post su Facebook.
Salvuccio annuncia quindi di avare “da poco firmato un nuovo contratto di cessione dei diritti di licenza biografici”: riguardano il suo libro dal titolo ‘Riina Family Life’. E nel testo c’è anche la dedica finale: “Un grande saluto Salvo Riina“.
Il motivo dell’allontanamento chiesto dal Comune di Corleone è presto detto: “Salvuccio” Riina non ha mai preso ufficialmente le distanze da Cosa nostra. “Con l’ordine del giorno approvato all’unanimità – ha detto il sindaco – vogliamo nuovamente lanciare un messaggio forte e chiaro: Corleone vuole smarcarsi definitivamente da un passato di mafia e malaffare, anche allontanando concittadini sgraditi, come ‘Salvuccio’ Riina, che non ha mai preso le distanze dalle azioni spregevoli del padre Totò“.
Per il Comune “il danno d’immagine che la sua famiglia ha provocato alla città è grave e difficile da recuperare”.
“Per fortuna c’è tanta gente che si adopera ogni giorno per il riscatto di Corleone – ha proseguito il sindaco – con il prezioso contributo delle forze dell’ordine, della scuola e della gran parte dei cittadini onesti”.
“Il rispetto delle regole, le buone pratiche amministrative, gli spazi di libertà conquistati sono ormai patrimonio della comunità corleonese, che non vogliamo possano essere compressi da presenze indesiderate. Ed è per questo che, sicuri di interpretare il desiderio di gran parte della cittadinanza, chiediamo il suo celere allontanamento da Corleone”, ha concluso Nicolosi. “Auspichiamo pure che “le autorità, che ne hanno i poteri – c’è scritto nell’ordine del giorno approvato – lo obblighino a lasciare la città e a vivere lontano da essa”.
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