L’autonomia scolastica va rilanciata dal basso, anche per “rispondere” al tentativo del nuovo Governo di realizzare una autonomia differenziata che provocherebbe soltanto l’aumento delle disuguaglianze territoriali e sociali: lo sostengono le associazioni professionali Proteo, Aimc, Mce e Cidi che propongono anche l’istituzione a livello di singolo istituto e in modo capillare sul territorio nazionale di un patto di impegno unitario per costituire nelle scuole “Tavoli interassociativi per il rilancio dell’Autonomia scolastica e di una nuova organizzazione del lavoro”.
A questo scopo le 4 associazioni intendono “avviare un percorso che prevede una conferenza nazionale entro la conclusione dell’anno scolastico e una iniziativa nazionale alla ripresa del prossimo per diffondere questa nuova dimensione associativa e rinsaldare i valori costituzionali che devono tornare al centro delle politiche per l’istruzione e la formazione delle nuove generazioni”.
Secondo le 4 associazioni professionali la scuola vive in una condizione di abbandono che dura da tempo, ma ora “alla crisi delle politiche di riforma, si aggiunge una deriva preoccupante, in particolare il rischio di una svolta dirigista e neo-conservatrice”.
Oggi ci troviamo di fronte ad “una scuola che si appella alla centralità del merito, dei talenti da valorizzare è una scuola subalterna al modello di impresa e al mercato. Una scuola che riflette anche la crisi della partecipazione alla vita politica e sociale del Paese”.
“Nel post pandemia – si legge ancora nel documento interassociativo – il piano di riforme e finanziamenti previsti dal PNRR poteva essere l’occasione per investire in partecipazione, soprattutto dei giovani. Ma non è andata così”.
“Da tempo – sostengono Proteo, Mce, Cidi e Aimc – le radici che hanno alimentato per lunghe stagioni gli organi collegiali della scuola, sono oramai essiccate. La mancata partecipazione dei cittadini alla vita politica si riflette duramente anche sulla realtà scolastica. La scuola scivola verso un progressivo isolamento che rischia di spingerla a chiudersi in se stessa, nelle fortezze di lunga durata della burocrazia, delle carte, dei procedimenti”.
E così “un’intera stagione che ha visto protagonista una parte significativa del mondo della scuola, che ha scommesso sull’autonomia conquistata alla fine degli anni ’90, tende a rifluire di fronte all’avanzare di queste derive”.
Ecco perché “il mondo della scuola deve respingere questo progetto e in questa fase deve in primo luogo contare sulle proprie forze” e, soprattutto “deve riprendersi la parola”.
Ci vuole quindi “una nuova stagione di innovazione e cambiamento con l’obiettivo di conquistare e praticare nuovi spazi di autonomia, di pratica della ricerca didattica, di organizzazione del lavoro, di ricostruzione di una relazione forte con il territorio e i suoi soggetti, in collaborazione e sinergia con il Sindacato, le RSU e gli Organi Collegiali d’istituto”.
Già nelle prossime settimane prenderanno avvio le prime iniziative per arrivare quanto prima a mettere in atto un ampio dibattito culturale in tutte le scuole.
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