Rilevazioni Invalsi, a che servono se poi la scuola non cambia? E cos’è di preciso la dispersione implicita? Ne parliamo col presidente Roberto Ricci

CONDIVIDI

La diffusione dei dati delle rilevazioni condotte dall’Invalsi si accompagna ogni volta a proteste e polemiche di ogni genere.
E anche quest’anno la tradizione è stata rispettata.
Una delle questioni più ricorrenti riguarda ruolo e funzione dello stesso Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione: a che serve – si chiedono in molti – mettere in evidenza le eventuali carenze degli studenti se poi l’Invalsi non interviene per proporre soluzioni?
Ne parliamo in questa intervista al presidente dell’Istituto Roberto Ricci che fa subito osservare che l’Invalsi ha il compito di “fotografare” la realtà e non anche quello di risolvere i problemi di sistema che spettano ovviamente alle scuole, al Ministero e agli organi di Governo.
Con Roberto Ricci tocchiamo anche alcuni temi che sono emersi quest’anno, a partire dal divario fra scuole del sud e scuole del nord, fino alla buona “tenuta” degli apprendimenti nella lingua straniera.
E parliamo anche della “dispersione implicita” di cui sempre più spesso si discute nei dibattiti sui problemi di politica scolastica.
Una intervista ad ampio raggio che può servire a capire meglio uno dei nodi più importanti del nostro sistema scolastico.