Categorie: Politica scolastica

Rimane il gap tra Nord e Sud nell’apprendimento di matematica e italiano

Le differenze di esiti delle prove di italiano e matematica tra macro-aree regionali cominciano – si legge nel Rapporto Invalsi – a emergere in terza media e si confermano e consolidano ulteriormente in seconda superiore.

Fino alla scuola primaria, infatti, i risultati del Nord-Est (Bolzano, Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna), del Centro (Toscana, Umbria, Marche, Abruzzo) e del Sud (Abruzzo, Campania, Molise, Puglia) sono «relativamente uniformi» e differenze significative rispetto alla media nazionale si osservano solo per il Nord-Ovest (Valle d’Aosta, Piemone, Lombardia e Liguria), sopra la media, e per il Sud e Isole (Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), al di sotto della media.

Gli studenti veneti appena promossi al quarto anno delle superiori sono tra i più bravi in matematica in Italia, superati solo dai ragazzi del Trentino Alto Adige”

Nonostante nel Mezzogiorno sia «molto elevata», «si osserva una riduzione sensibile della variabilità degli esiti tra le classi nelle regioni del Mezzogiorno, aspetto molto importante per favorire l’equità del sistema scolastico, specie nel suo segmento primario».

In generale, tra le regioni con le migliori performance ci sono Friuli, Veneto, Lombardia e provincia di Trento.

«Particolarmente buoni», nel caso della primaria, i risultati di Molise e Basilicata.

Mentre «nettamente al di sotto della media nazionale» in tutti i livelli scolastici, Calabria e Sicilia.

 

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Sono molti i giornali che riprendono, sottolineandolo, questi punti dell’intero rapporto Invalsi sui livelli di apprendimento in Italia che sono poi in effetti il nodo centrale delle rilevazioni, per cui occorre chiedersi: perché questo divario tra Nord e Sud con picchi negativi in Calabria e Sicilia? Sempre al Sud inoltre, con picchi negativi in Sicilia e Sardegna, si registra pure il fenomeno dell’abbandono scolastico e della dispersione: come si spiega? Al Sud sempre la più alta percentuale di disoccupazione giovanile ed è sempre del Sud il primato di prof in cerca di cattedre con graduatorie ancora affollate e in contenzioso, mentre si ha pure la più alta percentuale di invalidità, sulla base almeno di quanto lo sfruttamento della Legge 104 declama.

L’elenco dei gap tra Nord e Sud è dunque assi lungo: come si risolve?

Se l’intera Italia si comprende se si comprende il Mezzogiorno, chi si è assunto l’onere di dirigere la Nazione dovrebbe pure spiegarci, e non solo, perché ancora, dall’Unità e dall’affacciarsi della Questione meridionale, il Sud è rimasto sempre nei gradini più bassi dello sviluppo.    

Pasquale Almirante

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