In una terza elementare di Nuoro si è verificato ciò che qualcuno ha sempre temuto: tra i banchi è rimasto un solo bambino, con quattro maestre a disposizione che sicuramente non potranno stare tranquille per il loro futuro lavorativo: ma tant’è. Il ragazzetto, pubblica La Stampa, sarebbe la vittima innocente di un pasticcio burocratico e pedagogico che in questa scuola ha provocato il trasferimento di tutti gli alunni, ma proprio tutti, tranne del nostro.
Ma cosa è successo? Intanto il ragazzino ha otto anni, è studioso, timido, appassionato di calcio e pieno di amichetti, ma a scuola si è ritrovato a vivere un’esperienza che sta diventando drammatica, proprio per causa della estrema solitudine che è condannato a vivere.
Di questa terza elementare, composta originariamente da 15 alunni, faceva parte anche un ragazzino troppo vivace, racconta La Stampa, a cui però, come accade spesso, non gli è stato assegnato un insegnante di sostegno e dopo tante proteste, i genitori degli altri compagni hanno chiesto il trasferimento dei figli. Non così ha pensato il padre del nostro ragazzino, convinto fosse più giusto non isolare quel bambino irrequieto.
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E così a gennaio in classe si sono ritrovati in 5 ma col tempo il bambino si è ritrovato del tutto solo, ma proprio solo anche perché pure il suo compagnetto “difficile” nel frattempo è stato ritirato dalla scuola.
«Ora anche noi abbiamo chiesto di poterlo trasferire – se la prende il padre – Ma nelle altre scuole non abbiamo trovato posto. La possibilità ci sarebbe in un solo istituto, solo che la dirigente è la stessa della scuola attuale e inspiegabilmente non ci consente di spostare il bambino».
L’istituto intanto pare essersi blindato come una caserma e tutti hanno l’ordine di non far entrare nessuno, neppure i genitori, e alle domande dei giornalisti la dirigente reagisce in malo modo: «Non devo raccontare nulla a nessuno di quello che succede qui dentro. Chiamo subito il 113
I genitori del bambino fra l’altro non si sono arresi e si sarebbero già rivolti a un legale che ha subito chiesto l’intervento della Direzione scolastica regionale: «Questa situazione sta turbando il bambino – dice il legale – Non capiamo perché la scuola si ostini a non voler trovare una soluzione ragionevole. Una norma specifica impone che le classi siano composte da almeno 15 studenti».
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