Gianni Zen è un dirigente scolastico che lavora a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza, quindi in una delle regioni più colpite dal coronavirus, il Veneto. Ecco il suo contributo
Mi sia consentito un “grazie” grande grande ai miei docenti, ai docenti di tutte le scuole, che in queste giornate si stanno attrezzando, coordinati dai team digitali, per offrire ai nostri studenti le migliori modalità possibili di interazione di didattica a distanza.
E, assieme ai docenti, al personale tecnico, a tutti gli ata, chi in un modo chi in altri.
Quello che sta avvenendo sta, nei fatti, contraddicendo tanti pregiudizi sul personale della scuola.
Ricevo ogni giorno tanti attestati di stima, tanti ringraziamenti, da centinaia di studenti e di genitori. Ed è giusto che questo venga detto.
E questo vale non solo per la mia scuola, ma per tutte le scuole.
Per cui, tutti assieme (presidi, docenti, dsga, personale ata), stiamo dicendo al Paese che noi ci siamo, che la formazione e la cultura sono la prima frontiera della nostra resistenza all’emergenza, che non abbiamo remore a metterci in gioco per rivedere, per rinnovare la pratica didattica.
Poi, è ovvio, sappiamo tutti che l’emergenza è emergenza.
Per cui, non vediamo tutti l’ora che questa finisca, che si ritorni ad una normalità fatta di vita vissuta, di relazioni umane, di guardarsi negli occhi, di costruire assieme, attraverso la pratica didattica, la nostra quotidiana palestra di vita.
Ma sappiamo che poi non sarà come se nulla fosse avvenuto.
Perché apprezzeremo ancor di più la sana quotidianità, condita anche da una competenza digitale che ha allargato le nostre modalità di interazione, di relazione, di scuola viva.
Sarà una scuola rinnovata, direi al passo con i tempi, con sempre al centro, però, le persone, le quali nemmeno in queste situazioni cederanno al passo alle tecnologie.
Perchè queste sono strumenti, ma non fini.
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