Le ipotesi riguardanti il ritorno a scuola sono molte: l’attenzione si concentra sugli aspetti sanitari-pratico-operativi.
L’intervento rivoluzionario del ministero è rimasto nell’ombra.
Si tratta di un formale richiamo agli estensori del Piano Triennale dell’Offerta Formativa: il documento dovrà congetturare lo sviluppo delle competenze che l’esame di Stato verifica.
I traguardi degli itinerari di studio sono nella scheda di valutazione del colloqui d’esame, che tutte le commissioni devono adottare.
Questi i lieviti del cambiamento che dovrebbe essere indotto:
L’immagine delle materie d’insegnamento è da arricchire: la conoscenza depositata nei libri di testo deve essere affiancata dai problemi che l’hanno originata e dai procedimenti di ricerca che l’hanno conquistata.
I metodi disciplinari si conquistano praticandoli: non possono essere insegnati.
Il tradizionale riferimento alle abilità è da superare.
Il concetto “capacità”, di cui le abilità sono le tracce, è affermato.
Il rapporto tra capacità e abilità è simile a quello che sussiste tra retta e punto.
Le capacità sono qualità cui tutti gli insegnamenti devono mirare: essenziale la gestione collegiale dei processi educativi.
L’equifinalizzazione delle didattiche è rinforzata dal richiamo all’argomentazione e alla padronanza lessicale e semantica.
La visione sistemica è da privilegiare: le conoscenze sono da portare a unità.
Non è sufficiente conoscere: si deve saper utilizzare il proprio bagaglio culturale.
Lo studente deve essere in grado di applicarlo a situazioni non note.
Enrico Maranzana