“Abbiamo fatto un buon lavoro, che rende possibile riaprire la stagione per i rinnovi contrattuali nel pubblico impiego”.
A dirlo, a caldo, immediatamente dopo la sottoscrizione dell’intesa raggiunta tra governo e sindacati per il rinnovo del contratto del pubblico impiego, è stata Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. Commentando l’accordo appena raggiunto sulla P.A., “il Governo si è impegnato a modificare la legge Brunetta e la Buona Scuola”, la Legge 107/2015, per ridare maggiore spazio alla contrattazione.
Inoltre, ha detto la leader del primo sindacato italiano, “il governo si è impegnato a prorogare i contratti in scadenzi per i precari della Pubblica Amministrazione”.
Insomma, anche il sindacato più combattivo e con maggiori remore sull’accordo, sembra promuovere a pieni voti l’intesa. Resta da capire, ora, se il Governo riuscirà a tenere fede agli impegni sottoscritti. Ad iniziare dalla modifica delle parti relative all’assegnazione del “merito”, già definite nella Legge 107/2015 e adottate per un biennio.
Poi ci sono forti dubbi sulla “copertura” degli aumenti: al rinnovo dei contratti del pubblico impiego sarebbero infatti destinati 850 milioni per l’anno prossimo, esattamente la metà di quelli previsti nella Legge di Stabilità 2017 (il resto serverà per assumere nuovo personale e incentivare altre necessità impellenti della PA da assolvere). Questo conferma quanto sosteniamo da alcuni giorni: gli aumenti saranno graduali e prima di vederli “regime” passeranno alcuni anni.
Per non parlare dalla modifica della decreto legislativo di riforma della P.A. 150/2009: può un’intesa contrattuale rendere vane delle norme di legge? Presto ne sapremo di più.
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