Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief
Siamo entrati finalmente nel vivo del rinnovo contrattuale 2022-24 dei comparti Istruzione, Università e Ricerca: al termine del secondo incontro con l’Aran, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha detto alla Tecnica della scuola che le risorse stanziate dalla precedente Legge di Bilancio sono pari a “3 miliardi” e “sono stati dati per il rinnovo del contratto 2022-24 del comparto Istruzione e ricerca: stiamo parlando di arretrati di 735 euro. Ma da oltre un anno stiamo già prendendo i 70-80 euro di anticipo di aumento contrattuale, quindi la differenza sarebbero altri 60 euro a completamento”.
“A regime – ha continuato – sarebbero 140 lordi di aumento. Certamente questo non copre l’inflazione, ma bisogna anche pensare che per gli altri contratti i soldi sono stati già stanziati. Ed è la prima volta che si ha la certezza che si può aprire un nuovo tavolo perché ci sono altre risorse”.
Pacifico dice che ora di muoversi, “non solo con parole ma anche coi fatti: per questo” chiede “di sbloccare delle risorse aggiuntive e dedicarle a un welfare”, con disposizioni come “l’indennità di trasferta per i lavoratori fuori sede. Ma chiediamo anche i buoni pasto, cioè per tante cose che sono utili e valorizzano la salute, pure nei luoghi di lavoro. Non per ultimo, ovviamente, serve il riconoscimento del burnout, per una pensione agevolata o il riscatto agevolato degli anni di formazione universitaria”.
Il presidente Anief ha quindi ha sottolineato che “i tre contratti complessivamente, già tutti e tre firmati, ci aumenterebbero di 450 euro lo stipendio: questo significa che potremmo recuperare l’inflazione registrata negli ultimi tre anni al netto dell’inflazione futura, però non colmerebbe il gap che c’è ancora oggi con il resto del personale del pubblico impiego, in particolar modo per chi lavora nei ministeri”.
Il sindacalista, quindi, ricorda che con il contratto 2018, che Anief non firmò, “si è dato di più a chi lavorava con i miei ministeri rispetto a chi lavorava nella scuola: 6.000 euro che oggi ancora mancano, di gap, e non ne capiamo il motivo”.
Il leader dell’Anief aggiunge che “abbiamo sottolineato che ci sono delle risorse già stanziate, le quali possono essere delle risorse assegnate sulla formazione incentivante o sulla valorizzazione del personale scolastico o ancora sulla valorizzazione della continuità didattica”.
Per il leader dell’Anef serve, però, “la volontà politica: speriamo le risorse aggiuntive siano disponibili e che possano entrare nella disponibilità del tavolo, perché non puoi pretendere di avere degli insegnanti che si spostano a 1.000 chilometri da casa” senza adeguati stipendi. “Poi, il risultato è lasciare andare via tutto lo stipendio perché si sta fuori, causa anche delle cattedre deserte dei concorsi a cattedra oppure delle tante immissioni in ruolo mancate per rinunce”.
Secondo Pacifico, quindi, “c’è un problema veramente forte legato alla tenuta dello stipendio, troppo lontano dall’inflazione: bisogna stare attenti perché quando non si firmano questi contratti l’indennità di vacanza contrattuale si calcola sul vecchio stipendio che è 150 euro in meno, quindi significa che si avrà un assegno di indennità ancora inferiore nell’attesa di firmare quello futuro”.
Per la parte normativa, l’Anief vorrebbe “innanzitutto il recupero nel contratto del potere contrattuale: alcune materie vorremmo che diventassero materia di confronto, altre di contrattazione. Abbiamo sempre sostenuto che anche chi non firma un contratto ha comunque diritto a stare nella trattativa. Però il problema è il rispetto delle regole: purtroppo, quando anni fa Anief non era rappresentativa e non aveva firmato il contratto è stata esclusa da tutti i tavoli. Allora se tutti vogliono cambiare le regole le cambiamo, se no le lasciamo tali”.
Pacifico, infine, ricorda che all’Aran la delegazione Anief ha chiesto “dei tempi certi anche per la contrattazione e per l’informativa sulla contrattazione: le RSU non possono ricevere il testo il giorno stesso in cui c’è l’incontro, perché se devono fare una loro proposta e se vogliamo che questi contratti vengano firmati subito, come la legge ci chiede, cioè entro settembre, poi entro novembre e non a luglio, dovremmo cominciare a mettere anche le RSU nelle condizioni di potere fare il loro lavoro che è quello, una volta eletti, di firmare un buon contratto di istituto”, ha concluso il numero uno dell’Anief.
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