Dopo lunga contrattazione e tanti rinvii, il 3 dicembre è stata firmata l’ipotesi di Ccnl relativo al personale del comparto delle istituzioni e degli enti di ricerca e sperimentazione, con accordo normativo per il quadriennio 2002-2005 e relativi bienni economici.
Il nuovo contratto determina, a regime, un incremento medio mensile di circa 315 euro della retribuzione fissa dei ricercatori e tecnologi e di circa 181 euro per il personale tecnico ed amministrativo.
E’ previsto che attraverso la contrattazione integrativa si potranno valorizzare le professionalità ed accelerare le carriere utilizzando appositi stanziamenti. Per il personale tecnico ed amministrativo vengono ridotti – rispettivamente a cinque e quattro anni – i requisiti di anzianità necessari al passaggio di livello. Per il personale ricercatore e tecnologo sono previste procedure selettive riservate alla comunità scientifica dell’ente di ricerca, attivate con cadenza biennale ed affidate ad apposite commissioni.
E’ stata introdotta la possibilità di trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato (dopo una verifica sull’attività svolta), a condizione che l’assunzione a tempo determinato sia avvenuta a seguito di procedure concorsuali identiche a quelle vigenti per l’immissione in ruolo. Nel nuovo accordo normativo, inoltre, per i contratti a tempo determinato a carico dei fondi ordinari viene inserito il tetto del 20%. Previsto anche un meccanismo di riserva nei concorsi pubblici per il personale a tempo determinato e sottoinquadrato.
Sull’ipotesi di accordo sottoscritta per il rinnovo del contratto del comparto ricerca, le segreterie nazionali di Flc-Cgil, Fir-Cisl, Uil P.A.-U.R. hanno diffuso un comunicato, in cui, tra l’altro, si afferma: “Il contratto, che giunge al termine di un percorso difficile e tormentato contiene importanti clausole normative su tutti i principali aspetti del rapporto di lavoro: dalla normativa dell’inquadramento che prevede progressioni con la separazione degli accessi dalle carriere, alle norme sul tempo determinato, dai sottoinquadrati ai percorsi di risanamento del lavoro precario, ad una equilibrata distribuzione degli aumenti retributivi”.
“Ci auguriamo ora – conclude il comunicato sindacale – che gli organi vigilanti approvino rapidamente l’ipotesi, consentendo l’applicazione del contratto e l’erogazione dei benefici che ne derivano”.