Più flessibilità negli orari per le mamme con figli piccoli e per chi usufruisce dei permessi previsti dalla legge 104/92. Sono 2 dei punti accolti con maggiore favore che potrebbero comporre il nuovo contratto dei dipendenti pubblici.
Infatti, come sappiamo, il nuovo contratto degli statali è in fase di trattativa e per quanto riguarda il comparto scuola, dal punto di vista economico gli aumenti saranno molto modesti, con il rischio che si possa chiudere anche ad una cifra inferiore rispetto a quella concordata 1 anno fa.
La bozza di contratto, però, andrebbe incontro a diverse categorie di lavoratori. Prime fra tutti, le mamme lavoratrici nelle pubbliche amministrazioni, che hanno sempre molti disagi con gli orari in presenza di figli piccoli da portare all’asilo, ad esempio.
Immediatamente il pensiero va alle docenti, che spesso hanno il serio problema di accompagnare i figli all’asilo allo stesso orario in cui devono presentarsi a scuola per le lezioni. Stesso problema che si presenta anche all’uscita.
La proposta presente sulla bozza del nuovo contratto sarebbe quella di programmare per queste lavoratrici degli orari ad hoc, più flessibili, provando ad agevolare con un piano ragionato l’ingresso e l’uscita da lavoro, portando però il dipendente a recuperare le ore perdute successivamente.
Tali modalità dovranno essere concordate con il dirigente scolastico, nel caso di insegnanti, in cui si potrebbe prevedere un carico di lavoro bilanciato sulla presenza a scuola del docente, programmando però le settimane, che potrebbero essere differenti in base alle esigenze delle mamme lavoratici.
La proposta non è riservata solamente alle docenti o comunque alle mamme dipendenti delle pubbliche amministrazioni, ma tale flessibilità oraria sarebbe estesa anche per chi deve assistere un parente disabile a casa, come previsto dalla legge 104/92.
Tale proposta adesso deve essere vagliata e messa insieme al calderone dei provvedimenti che dovrebbero comporre il nuovo contratto dei dipendenti pubblici.
Contratto che ribadiamo, potrebbe vedere già una prima svolta entro Natale. Infatti l’ARAN, si è detta frettolosa di chiudere il contratto dell’amministrazione centrale, che potrebbe raccogliere anche molti consensi.
A quel punto resterebbe “solo” il problema resterebbe del comparto scuola, che rischia di saltare se non dovessero persistere i termini degli aumenti fissati lo scorso 30 novembre 2016.
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