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Rinnovo contratto scuola 2022-24, il Ministro Valditara parla di aumenti significativi degli stipendi, ma da parte sindacale monta la protesta

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Per quanto riguarda il CCNL scuola 2022-2024, nonostante siamo ormai vicinissimi alla sua scadenza naturale, manca ancora l’atto di indirizzo per incominciare la contrattazione e arrivare a chiudere un possibile accordo. Il Ministro Valditara parla di aumenti stipendiali significativi e di valorizzazione del personale scolastico tutto, proprio attraverso le risorse economiche messe a disposizione nella prossima legge di bilancio. Alle parole di entusiasmo del Ministro dell’Istruzione e del Merito fa da contraltare una critica sindacale diffusa che culmina anche con un’azione di sciopero della scuola indetto per il 31 ottobre dalla FLC CGIL e da USB PI, FISI, CUB SUR, CIB UNICOBAS, UNICOBAS Scuola e Università.

Il punto di Vista del MIM

Il Ministro Valditara rivendica che da quando lui siede a Viale Trastevere ha già chiuso un primo contratto, quello 2019-2021, con un aumento stipendiale medio di circa 130 euro lorde mensili e che adesso si sta per accingere a chiuderne un altro, quello 2022-2024, di 160 euro lordi mensili. In una nota MIM del 23 ottobre 2024 viene riportato: “La legge di bilancio, pur nel quadro di generale contenimento della spesa, obiettivo qualificante e di lungo periodo che caratterizza l’operato di questo Governo, ha stanziato risorse ad hoc per la scuola”.

Nello specifico, la nota aggiunge:

  • per il contratto collettivo 2022/2024, si è ottenuto, come espressamente richiesto dal Ministro, un incremento del 6% complessivo, rispetto al precedente 5,78%;
  • per la prima volta nella storia della contrattazione pubblica sono già state stanziate risorse per la successiva tornata contrattuale, pari a 1.755 milioni di euro per l’anno 2025, a 3.550 milioni di euro per il 2026 e a 5.550 milioni di euro annui a decorrere dal 2027. Con queste risorse si riconosceranno incrementi retributivi al personale della scuola pari a 5,4% a regime, superiore all’inflazione programmata, e con l’erogazione di primi anticipi già nel 2025, nelle more della definizione della stessa contrattazione;
  • con il “taglio” del cuneo fiscale fino a 40 mila euro lordi, tutto il personale della scuola godrà, in via definitiva, di un aumento stipendiale pari al 6/7%;
  • si incrementa il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa per 93,4 milioni di euro a regime;
  • nell’ambito di un nuovo fondo per la valorizzazione del sistema scolastico, si prevede uno stanziamento di 25 milioni di euro per il 2025 e di 75 milioni di euro a regime per coprire i maggiori oneri connessi all’avvio di un piano di stabilizzazione di docenti di sostegno a far data dall’anno scolastico 2025/26. 75 milioni è, infatti, il differenziale fra il costo dei docenti precari che si intendono stabilizzare e quello per l’assunzione a tempo indeterminato;
  • con il medesimo fondo si attribuiscono 100 milioni per l’anno scolastico 2025/26 per finanziare – insieme a 40 milioni di euro già stanziati nella scorsa legge di bilancio – l’attività dei docenti tutor e orientatori;
  • la restante parte del fondo, pari a 111 milioni di euro, incrementerà, per l’anno scolastico 2025/26, il fondo di funzionamento delle istituzioni scolastiche;
  • si incrementa di 60 milioni, a regime, il fondo della Carta docenti, in modo da fronteggiare i tagli operati dal Governo Draghi ed estenderla ai precari su posto vacante e disponibile;
  • è potenziata, con 2,4 milioni di euro a regime, l’attività dei revisori dei conti nelle scuole.

Il Ministero contribuisce, inoltre, alle misure di revisione della spesa previste per tutti i Ministeri attraverso una riduzione di 40 milioni per tre anni, pari a una percentuale di solo lo 0,08% sul bilancio del MIM, e su capitoli già coperti da investimenti del PNRR.

Alcuni sindacati che vanno allo Sciopero

Per la FLC CGIL, che il giorno 31 ottobre ha deciso di scendere in piazza proprio contro la legge di bilancio 2025, lamentando di fatto che non prevede risorse aggiuntive per i rinnovi contrattuali 2022-2024. Ne deriva, rivendica il sindacato guidato da Gianna Fracassi, che per il personale dei settori del comparto “Istruzione e ricerca” i finanziamenti disponibili restano quelli già previsti che consentano di coprire appena 1/3 dell’inflazione del triennio (cioè aumenti del 5,78% a fronte del 18% circa di inflazione).

Contratto 2022-2024 la firma non prima del 2025

Come abbiamo spiegato in una recente diretta lanciata da La Tecnica della Scuola in cui era presente il dirigente nazionale della Gilda degli Insegnanti Gianluigi Dotti, la strada per il rinnovo del CCNL scuola 2022-2024 non è proprio vicinissimo e la firma definitiva sarà sicuramente nel 2025 e non sarà possibile chiudere entro il 31 dicembre 2024.