Secondo TV e giornali il contratto scuola si sarebbe chiuso con 130 euro mensili di aumento che arrivano a 190 per i DSGA. Il governo avrebbe fatto un grande sforzo aggiungendo 72 milioni di euro nel tavolo finale della contrattazione con i sindacati, un solo sindacato non firma (ma a nostro avviso potrebbe firmare in un secondo momento) che è la UIL Scuola Rua, Landini segretari CGIL a domanda risponde che si è trattato di un fatto importante, avremo i particolari dalla FLC CGIL che è il sindacato di settore.
Questa è la notizia, peccato che riportata in questo modo sia del tutto falsa. Ma di quale nuovo contratto stiamo parlando? TONI TRIONFALISTICI SU AUMENTI INESISTENTI. Sul piano economico non c’è nessun contratto nuovo, si parla di aumento al lordo già percepito con arretrati a dicembre 2022 e riferito al triennio 2019/2021, a luglio 2023 si chiude per la piccola cifra residuale di poco più di una decina dì euro lordi. A parte l’opinione pubblica che viene informata da una velina del Governo o di qualche sindacato in questo modo, quello che sorprende è che gli stessi docenti e il personale amministrativo e tecnico della scuola si aspettano un ulteriore aumento di queste cifre lorde (da 130 a 190 mensili) che non esiste e spieghiamo brevemente qui di seguito il perché.
In effetti il 95% degli stanziamenti per il 2019/2021 sono stati percepiti a dicembre 2022 mentre oggi si aggiunge quel 5% residuale con altri 72 milioni di euro che verranno corrisposti come una tantum per il 22/23. Basta dividere per circa un milione e 200mila dipendenti e quei 72 milioni diventano una trentina di euro netti per i docenti e una ventina per gli ata in media e per una sola erogazione, una tantum. Poi c’è quel 5% che si traduce a 10/15 euro netti di effettivo aumento a chiusura di contratto scaduto 18 mesi fa. Per i direttori dei servizi generali e amministrativi 60 euro lordi in più.
Tutto qui e niente di più mentre latita ogni trattativa per il contratto 2022/2024 per il quale il Governo fino a oggi ha previsto ufficialmente ZERO EURO nel suo bilancio. Piccole conquiste sui tre giorni in un anno di permessi retribuiti per i precari ma si fa sempre gratis la formazione obbligatoria. Insomma, nessun nuovo contratto ma il vecchio contratto concluso male così come era iniziato con la richiesta di un misero 4% di aumento, ignorata l’inflazione reale successiva del 2021, 2022 e 2023 (oltre il 15%) e anche quella statistica (7/8%). Gli stessi pensionati che lottano hanno avuto l’8% di rivalutazione Istat a gennaio 2023. Docenti e Ata che da otto anni non sono capaci di scioperare e, come è ovvio, ciascuno merita quello che ha.
Libero Tassella – Raffaele Salerno
Gentili lettori,
ci permettiamo di segnalarvi che in questi giorni abbiamo cercato di fare una corretta informazione sull’argomento.
Eccovi alcuni degli articoli che abbiamo pubblicato
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(RED)
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