Contratti

Rinnovo contratto scuola 2024, firmato il Ccnl 2019/2021 – Rivedi la diretta dall’Aran con i sindacati

La firma del contratto scuola 2019/2021 è arrivata oggi 18 gennaio. Il 16 gennaio, durante la puntata della Tecnica Risponde Live, la segretaria generale della Cisl Scuola Ivana Barbacci aveva dato conferma dell’anticipazione che abbiamo dato ieri.

Barbacci ha detto di aver ricevuto la PEC dell’Aran che convocava i sindacati oggi 18 gennaio alle 10.30 per la firma definitiva.

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IN DIRETTA DALL’ARAN

Le reazioni ai microfoni della Tecnica della Scuola

Ecco le parole di Ivana Barbacci (Cisl) ai nostri microfoni: “Un passo importante. Il nostro impegno è già sul prossimo contratto. Si avvierà presto la procedura per il recupero degli arretrati. Poi inizieremo la trattativa sulla mobilità e sulla formazione”.

Ecco le parole di Gianna Fracassi (Cgil): “Oggi chiudiamo un percorso lunghissimo. Il triennio 2022/2024 sta per concludersi. Per il prossimo contratto è una partita da giocare a livello politico. Bisogna agire per far lavorare il personale della scuola con serenità, mi riferisco alla burocrazia. Tempi? Il triennio sta finendo, le risorse non ci sono e le persone perdono soldi. Siamo soddisfatti per quanto raggiunto per i precari. Per il nuovo contratto bisogna sostenere le professionalità”.

Ecco le parole di Marcello Pacifico (Anief): “Quando aumenti il costo della vita bisogna adeguare gli stipendi. Il contratto di oggi è scaduto da due anni. La legge dà lo strumento della vacanza contrattuale. Gli stipendi dovrebbero essere molto più alti. Bisogna richiedere allo Stato quanto spetta. Zangrillo ha dato 5 miliardi per il rinnovo dei contratti. Entro un mese dovranno diventare operativi gli aumenti contrattuali. Le trattative sono state così lunghe perché non abbiamo voluto sacrificare diritti dei lavoratori. Bisogna sbloccare la posizione economica del personale ATA. Per il futuro bisogna adeguare gli stipendi all’inflazione. Ci vuole una specifica indennità di sede. Bisogna inoltre considerare il burnout del personale della scuola. L’obiettivo per il prossimo contratto è la parità di trattamento tra precari e di ruolo”.

CONTRATTO SCUOLA, UIL NON FIRMA: ECCO I MOTIVI

“Impossibile sottoscrivere un accordo che peggiora le condizioni di lavoro del personale della scuola e che indebolisce la scuola dell’autonomia e la comunità educante”. Non un capriccio ma una decisione presa tutti insieme. Questa scelta è il risultato di un percorso lungo e condiviso dai nostri organi statutari, dai nostri iscritti e da coloro che hanno partecipato alle nostre assemblee – commenta il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, al termine della riunione all’Aran. Siamo profondamente convinti delle ragioni che hanno portato alla non firma – sottolinea il Segretario -“.

“La mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, restano le principali criticità. Guardando agli scenari futuri, il Segretario afferma: Ci saranno le persone a lavoro nelle scuole, resterà il loro impegno, il sistema nazionale di istruzione – che vogliamo resti nazionale, ribadiamolo – continuerà ad essere tra i migliori dell’Europa. Funzionerà tutto. Più o meno come ora. Resta tuttavia l’amaro in bocca per l’occasione persa, perché con questo contratto c’era la possibilità di rimediare ad alcune forti storture del nostro sistema d’istruzione, strettoie normative che non sostengono ma intrappolano le persone. Siamo un sindacato confederale, rappresentativo e in buona salute. Nel 90% delle scuole italiane siamo rappresentati dalle nostre Rsu – a cui va detto un grazie e riconosciuto un ruolo – che svolgono un lavoro straordinario in termini di tutele e di rappresentanza e che, a nuovo contratto vigente, continueranno a svolgere, senza alcun rischio di estromissione dalle contrattazioni. Sosterremo il loro ruolo, la loro azione ci permetterà di influire sulle decisioni assunte nel pieno rispetto dei diritti del personale della scuola. Come di consueto faremo valere le nostre posizioni in tutte le occasioni di incontro e confronto politico sindacale a sostegno di tutta la comunità educante. È l’inizio, non la conclusione”.

Disposizioni in vigore da domani, 19 gennaio

“È un passo concreto di una politica di valorizzazione del personale della scuola, che vogliamo fortemente e che sarà ulteriormente incrementata grazie al recente stanziamento nella legge di bilancio 2024 di importanti risorse da destinare al rinnovo del CCNL scuola 2022/2024”, queste le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in un comunicato che parla di “importante risultato, che si è potuto raggiungere anche grazie allo stanziamento aggiuntivo di 300 milioni di euro ottenuto dal Ministro Giuseppe Valditara, consente di riconoscere al personale della scuola dei significativi incrementi retributivi mensili: 124 euro per il personale docente, 96 euro per il personale ATA e 190 euro per i Direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA)”.

“Finalmente oltre un milione e 300 mila lavoratori di scuola, università, ricerca, Afam hanno il Ccnl di lavoro rinnovato”. Così Cgil nazionale e Flc Cgil in merito alla firma quest’oggi, presso l’Aran, del Ccnl ‘Istruzione e ricerca’ 2019-21, ma aggiungono che “per la sottoscrizione definitiva, arrivata a distanza di ben sei mesi dalla firma dell’ipotesi contrattuale, è stato necessario attendere il lunghissimo iter di certificazione da parte degli organismi di controllo, una inaccettabile enormità burocratica”.

“Le nuove disposizioni contrattuali – fanno sapere Cgil e Flc Cgil – entreranno in vigore dal giorno successivo della data di stipulazione, ovvero da domani 19 gennaio, salvo diversa prescrizione per alcuni specifici istituti contrattuali come indicato nello stesso testo contrattuale”.

“Abbiamo sottoscritto il nuovo Ccnl – sottolineano Cgil e Flc – avendo ricevuto pieno mandato dalle lavoratrici e dai lavoratori del comparto, iscritti/e non iscritti, che sono stati democraticamente consultati con una amplissima campagna di assemblee svoltesi in oltre 9000 luoghi di lavoro tra scuole, università, enti di ricerca,  accademie e nei conservatori”.

“Ora – proseguono Cgil e Flc – invieremo subito la disdetta del Ccnl appena sottoscritto al fine di avviare le trattative per il rinnovo del triennio contrattuale 2022-24 già prossimo alla scadenza. La nostra priorità assoluta sarà l’incremento degli stipendi in rapporto all’inflazione al fine di tutelare pienamente il potere d’acquisto delle retribuzioni. Per queste ragioni – concludono – il Governo dovrà fare la sua parte, incrementando le risorse previste dalla legge di Bilancio 2024, rispondendo così alla condizione salariale dei lavoratori e alle lavoratrici della conoscenza”.

Barbacci (CISL): ora subito il rinnovo per il triennio successivo

Con la firma apposta nella mattinata di oggi, giovedì 18 gennaio, si conclude il percorso lungo e tormentato di un rinnovo che giunge finalmente in porto quando già si è entrati nel terzo anno di vigenza del triennio successivo. Hanno pesato, sull’andamento della trattativa, anche vicissitudini di ogni genere: dall’emergenza pandemica, alle incertezze del quadro politico, che ha visto avvicendarsi nel corso del negoziato ben quattro Governi. Proprio per ovviare al protrarsi oltre misura dei tempi, la firma del contratto, con una procedura inedita, è avvenuta in due fasi, con la sottoscrizione di una prima intesa, nel novembre del 2022, che ha permesso l’erogazione di una quota molto consistente dei benefici economici (circa il 95%), rinviando a una fase successiva la definizione dell’accordo sulla parte normativa e il completamento degli aspetti retributivi. “Sarebbe stata davvero insopportabile un’ulteriore attesa – commenta la segretaria generale CISL Scuola Ivana Barbacci, a capo della delegazione FSUR CISL (Scuola, Università, Ricerca) nel corso della trattativa.

“Lavoratrici e lavoratori del comparto hanno un grande senso di responsabilità, hanno ben chiare le difficoltà che il Paese ha attraversato in questi anni, ma sono altrettanto determinati nel rivendicare per il proprio lavoro, fondamentale per la società ma sempre più complesso e gravoso, un più giusto riconoscimento. Questo contratto consente di fare in questa direzione un passo importante, ma non segna certo un punto di arrivo. Il 2024 è il terzo anno del triennio che segue quello per il quale abbiamo appena firmato: la nostra richiesta è che non si perda nemmeno un giorno e si dia subito il via al negoziato per il contratto 2022/24. Le risorse stanziate in legge di bilancio, per quanto sia stato rilevante negli ultimi tempi il peso dell’inflazione, possono essere senz’altro una buona base di partenza. Sulla parte normativa, al tavolo negoziale punteremo a sviluppare ulteriormente alcune linee già chiaramente indicate dal CCNL: parità di diritti per i precari, affermazione delle prerogative contrattuali nella disciplina del rapporto di lavoro, a partire dalla mobilità, incentivi alla formazione in servizio per tutto il personale docente e ATA, valorizzazione dei profili di tutte le aree. Nel frattempo – prosegue la segretaria generale CISL Scuola – un’altra partita contrattuale va chiusa presto e bene, quella che riguarda la Dirigenza. Il negoziato è ripreso ieri, ci sono le condizioni per arrivare rapidamente alla conclusione. Un diritto sacrosanto per i dirigenti – conclude Ivana Barbacci -, che non meritano di essere considerati come il fanalino di coda della dirigenza pubblica”.

Di Meglio (Gilda): “Contratto lumaca”

“Un contratto ‘lumaca’ – sono le parole del Coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti Rino Di Meglio – un lunghissimo percorso durato sei mesi, trascorsi per procedere con i controlli definitivi. Una tempistica inaccettabile per cui si rende necessario rivedere la burocrazia contrattuale, altrimenti rischiamo di essere sempre fuori tempo massimo”.

Sugli obiettivi raggiunti il Coordinatore della Gilda Rino Di Meglio afferma: “Da domani comunque, le norme migliorative del contratto saranno operative, in particolare il diritto dei precari ai tre giorni di permesso retribuito. Non solo, siamo riusciti anche ad ottenere che la formazione degli insegnanti sia considerata orario di lavoro a tutti gli effetti, ponendo fine a decenni di contenzioso e sfruttamento”.

“Per ultimo – conclude Di Meglio – ma non per importanza, è, per quanto riguarda la trasparenza, la possibilità in sede di contrattazione di Istituto, di conoscere i dati disaggregati della spesa”.

Pacifico (Anief): “Firma punto di inizio e non di arrivo”

“Siamo orgogliosi di questa firma – commenta Marcello Pacifico, Presidente nazionale del sindacato Anief – perché come sindacato abbiamo fatto inserire delle novità importanti nel testo. Ora pensiamo già al rinnovo del contratto 2022/24 dove chiederemo con forza al governo lo stanziamento di almeno 10 miliardi di euro per bilanciare l’inflazione che dal 2022 è arrivata in doppia cifra. Ora abbiamo bisogno di tutelare le retribuzioni dei dipendenti pubblici rispetto all’inflazione avuta dal 2022. I 5 miliardi già stanziati devono essere utilizzati per recuperare la indennità di vacanza contrattuale fino a 4 mila di arretrati per tutto il personale come da specifica domanda che chiediamo sia inviata”.

Per il 2019/21 gli aumenti stipendiali sono stati maggiori dell’inflazione e il contratto su questo punto è stato ottimale, ma per il triennio 2022/2024, con la nuova sequenza contrattuale, chiederemo al Governo di sbloccare l’intera indennità di vacanza contrattuale. E si parla di aumenti mensili automatici di 160 euro e di 4mila euro di arretrati dal 2002 ad oggi.

“Questo sarà l’obiettivo che si porrà l’Anief da oggi – conclude Marcello Pacifico – Distribuire degli stipendi adeguati all’inflazione sboccando per intero la indennità di vacanza contrattuale dovuta per gli anni 2022, 2023 e 2024 e non solo per il 2024 come è successo. Si chiederà al governo questo stanziamento di fondi per iniziare a parlare del prossimo contratto. Noi non ci fermiamo. Questa firma è un punto di inizio non un arrivo”.

Firma definitiva all’ARAN il 18 gennaio

Solo successivamente, dopo la firma di oggi, sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale con relativa applicazione.

Vincoli mobilità docenti

Nel nuovo contratto della scuola, che è già scaduto da due anni, bisogna sottolineare che nell’art.30, riferito alle materie di relazioni sindacali, c’è scritto chiaramente che a livello nazionale spetta la contrattazione integrativa per le procedure e i criteri generali per la mobilità professionale e territoriale, incluse le modalità di applicazione dell’art. 58 del D.L. 73/2021, convertito in Legge106/2021, fatte salve le disposizioni di legge.

In buona sostanza questa norma contrattuale recepisce in pieno l’art.58 del decreto legge 73 del 25 maggio 2021, ovvero la norma legislativa che ha generato i vincoli triennali di mobilità per i docenti neoassunti. Ma c’è anche da sottolineare che al comma 8 dell’art.34 del CCNL scuola 2019-2021 è scritto che viene garantita la partecipazione alle procedure di mobilità volte al ricongiungimento con il figlio di età inferiore a 12 anni o, nei casi dei caregivers previsti dall’art. 42 del medesimo decreto, con la persona con disabilità da assistere. Analoga disciplina si applica per il personale indicato all’art. 21 della legge 104/1992.

Tre giorni di permesso retribuito per i supplenti

Bisogna specificare che l’art.35 del CCNL scuola 2019-2021 dispone che il personale docente, educativo ed ATA assunto con contratto a tempo determinato per l’intero anno scolastico (31 agosto) o fino al termine delle attività didattiche (30 giugno), ha diritto, a domanda, a tre giorni di permesso retribuito nell’anno scolastico, per motivi personali o familiari, documentati anche mediante autocertificazione.

Per il personale ATA tali permessi possono anche essere fruiti ad ore. Questa nuova norma è inserita ad hoc per i precari con contratti annuali o fino al termine delle attività didattiche, mentre per i docenti di ruolo continua a permanere l’art.15, comma 2 del CCNL 2006/2009 che garantisce 3 giorni di permesso retribuito per motivi personali e familiari più altri 6 giorni di permesso retribuito, al posto delle ferie previste ai sensi dell’art.13, comma 9 del medesimo contratto.

Fondo di Istituto e informazione alle componenti RSU

Sono oggetto di informazione ai sensi dell’art. 5 (Informazione), comma 6, del CCNL scuola oltre agli esiti del confronto e della contrattazione integrativa, a livello di Istituzione scolastica ed educativa anche l’informazione dei dati relativi all’utilizzo delle risorse del fondo di cui all’art. 78 (Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa) precisando per ciascuna delle attività retribuite, l’importo erogato, il numero dei lavoratori coinvolti e fermo restando che, in ogni caso, non deve essere possibile associare il compenso al nominativo del lavoratore che lo ha percepito.

Redazione

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