Dopo due giorni di trattative, partite lo scorso 12 luglio, oggi, 14 luglio, si dovrebbe arrivare finalmente alla firma della parte normativa del contratto scuola 2019/2021. A scriverlo, su Twitter, è la segretaria generale della Cisl Scuola Ivana Barbacci, che annuncia che i lavori riprenderanno alle ore 10.
“Alle 10 all’Aran l’ultimo atto verso la firma del Ccnl Istruzione e Ricerca. Un grande lavoro di negoziazione, equilibrio e coerenza, in tempi difficili, per rispondere alle aspettative di TUTTO il personale della Scuola, Universita’, Ricerca. Lavorare per la firma di un CCNL che riguarda piu di 1 milione di lavoratori è compito difficile e di alta responsabilità. La Cisl Scuola ha contrattato e negoziato sempre per giungere al risultato, altri hanno posto solo ostacoli. ‘Non preoccupatevi, la gente capisce sempre’ (Ezio Tarantelli)”, queste le sue parole alquanto polemiche.
La Barbacci già ieri ha scritto di voler prendere le distanze da chi critica i risultati che stanno raggiungendo con il nuovo contratto.
Dopo avere detto che “sottoscrivere comunque il contratto, apponendo una ‘sigla’ in fondo al contratto stesso come una sorta di nota finale, nella quale apporre tutte le proprie perplessità e obiezioni rispetto quanto approvato’ non esiste nella forma e nella sostanza” perchè “giuridicamente i contratti si firmano o non si firmano”, la sindacalista ha parlato anche dei Direttori dei servizi generali e amministrativi: “sosteniamo da sempre – ha spiegato – la necessità di adeguare l’indennità di direzione dei Dsga sostenendo con la contrattazione l’utilizzazione ottimale di tutte le risorse a disposizione. Rispetto ad ulteriori aumenti al momento non ci sono risorse nuove, né la possibilità di togliere ad alcuni per dare ad altri!”.
Quindi Barbacci ha ricordato che “per poter aumentare i 49 euro di indennità di direzione già attribuiti dal tavolo negoziale occorre accedere ad ulteriori finanziamenti previsti per le posizioni economiche Ata di cui stamattina il ministero dell’istruzione ha fornito comunicazione della ricognizione”.
Antonio Naddeo, presidente dell’Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, ieri ha tenuto ricordare che il confronto con l’Aran lo possono chiedere solo i sindacati rappresentativi: la sua è stata una risposta alla richiesta, con protesta di piazza, da parte dell’Anquap, associazione nazionale quadri della pubblica amministrazione, di incontrare la parte pubblica impegnata in questi giorni nel non facile rinnovo del contratto nazionale Istruzione, Università, Ricerca 2019/2021.
“Apprendo da agenzie di stampa che un’organizzazione sindacale non rappresentativa chiede un confronto con Aran e gli altri sindacati sulla questione dei Dsga (direttori dei servizi generali e amministrativi)”, ha fatto sapere Naddeo in una nota stampa.
“Ricordo a questo sindacato – ha proseguito il numero uno dell’Aran – che una legge ha stabilito il criterio della rappresentatività e la legittimazione a partecipare alle trattative. Prima, dunque, si diventa rappresentativi (raggiungendo almeno il 5% come media derivante dalla percentuale delle deleghe e quella dei risultati nazionali Rsu ndr) e poi si ha il diritto di sedersi al tavolo delle trattative”.
A proposito delle proteste per la mancata valorizzazione dei Dsga, Naddeo ha garantito che è un tema “su cui stiamo lavorando al tavolo”, sulla base di “una proposta di Aran: inquadramento dei direttori nell’area di elevata qualificazione in cui rientrerebbero tutti gli attuali Dsga; un incremento contrattuale complessivo pari a 180 euro mensili (contro una media di circa 124 dei docenti). Non mi sembra una proposta che delegittima questa professionalità”, ha concluso il presidente dell’Aran.
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