Contratti

Rinnovo contratto scuola, aumenti fermi a 150 euro lordi: Barbacci (Cisl) chiede a Valditara e al Governo di dare dignità a docenti e Ata

“L’Aran è un’agenzia delegata dal Governo a contrattare ai tavoli della negoziazione, quindi contratta sulla base di quello che c’è a disposizione: questa” del rinnovo del contratto 2022-24 del comparto Istruzione “è una partita tutta politica, che riguarda il ministro dell’Istruzione e quello dell’Economia e delle Finanze, quindi” non è l’Aran, ma “il Governo che deve avere un’attenzione particolare per il personale della scuola, soprattutto in una fase di particolare complessità anche in termini di restituzione di una dignità professionale e che non può che essere riconosciuta attraverso un aumento salariale” di soli 150 euro lordi medi: “abbiamo un problema enorme in Italia sui salari? Allora cominciamo dal personale della scuola”. A dirlo è Ivana Barbacci, leader Cisl Scuola, al termine dell’incontro Aran-Sindacati sul rinnovo del contratto Istruzione, Università e Ricerca tenuto a Roma il 26 marzo.

L’incontro all’Aran a cosa è servito?

È stata una riunione importante perché abbiamo ricevuto finalmente gli esiti delle risorse che sono a disposizione per la trattativa. Li conoscevamo, conoscevamo queste risorse perché sono quelle state finalizzate alla legge di bilancio 2022, 2023 e 2024, quindi sapevamo che l’aumento contrattuale si sarebbe attestato intorno al 6%.
Abbiamo avuto la conferma il 6% corrisponde a un aumento medio per il settore scuola di 146 euro. È chiaro che è una cifra ancora insufficiente per poter corrispondere pienamente alle esigenze salariali, alla dignità contrattuale del personale che rappresentiamo. E dobbiamo provare in qualche modo ottenere degli aumenti contrattuali anche che possano derivare da fondi che si possono costituire un’aggiunta da destinare esclusivamente alla scuola. Le prossime settimane saranno orientate tutte a poter fare di necessità virtù e massa critica in termini anche di utilizzo, nel miglior modo possibile, delle risorse già acquisite in un contratto che è già scaduto. E per potere ottenere, a fianco di queste già acquisite, delle risorse aggiuntive esclusivamente per il settore scuola.

Si può dire che che sull’esito delle risorse aggiuntivi tutto dipenderà dal MEF, in particolare dal Governo?

Rappresenteremo tutte le esigenze, ma questo non ci esime dal contrattare sia a livello economico che a livello normativo. Questa volta dobbiamo fare in modo che il contratto sia un unico corpo organico, sia dal punto di vista delle risorse economiche che degli interventi normativi, che sono molto importanti perché dobbiamo proseguire il lavoro del contratto precedente e avviare percorsi anche innovativi che il personale si aspetta.

È possibile fare una previsione su quando di chiuderà il contratto? Entro fine 2025 ce la faremo?

Non sono in grado oggi di poter fare una previsione, ma mi sento di dire che noi metteremo tutta la nostra responsabilità di contrattualistica per fare in modo che il contratto che andremo a sottoscrivere, il prima possibile nelle condizioni date, sia il miglior contratto possibile. Certamente, la parte normativa dovremo mandarla in parallelo. quindi dalla prossima volta, che sarà dopo Pasqua, cominceremo a trattare la parte generale relativa alle relazioni sindacali.

Da quel punto di vista voi ponete quali priorità?

Dal nostro punto di vista, le relazioni sindacali devono restare nell’alveo dei firmatari del contratto, così come è sempre stato e così come tutti i sindacati rappresentativi hanno sempre sottoscritto e definito. Poi ci sono degli aggiustamenti dal punto di vista delle informative, della contrattazione, del confronto, per rendere maggiormente esigibili e funzionali le relazioni sindacali. Ma noi siamo del parere che l’esigibilità della relazione sindacale sia definita dal contratto e sia messa in campo da chi quel contratto o da chi di quel contratto se ne assume la responsabilità.

Alessandro Giuliani

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